sabato 8 marzo 2014

Questione di interesse

Ho avuto un piccolo blocco.
Mi butto sempre a raccontare le mie emozioni, - non che abbia particolare bisogno di tirarle fuori, anzi, è molto più comodo tenerle dentro senza dover dare loro forma a parole - perché ho bisogno di farle arrivare verso gli elementi, verso le persone che le hanno generate. Poi alle persone non frega un cazzo, una cosa come un'altra da leggere, oggi Nina ha fatto la spesa, oggi Nina ha avuto un pensiero più profondo, importa sega.

O magari mi sbaglio io e interpreto male le persone, non lo nego affatto visto che in passato è capitato. Ma altre volte mi sento assolutamente in diritto di rimanerci male, perché la gente non sa più dare peso a quello che conta veramente. 
O solo io sono così entusiasta quando qualcuno è con me sincero e riversa su di me sensazioni ed impressioni? Solo io sono felice quando qualcuno sceglie proprio me per condividere qualcosa di così intimo? 

Così, invece che rintanarmi e pensare se mandare quella cosa a tal amico o non mandarla affatto perché potrei gettare ai maiali l'ennesima pietra preziosa, torno a scrivere. Perché ci sono cose che hanno un destinatario e altre che attirano un lettore... e i lettori sono fedeli e selettivi, con loro hai la sicurezza di non sprecare niente.

Oggi ho scritto a Jonathan, perché da mesi ha smesso di rispondermi, perché è un uomo impegnato, perché tra me e lui ci sono 12 ore di fuso orario, perché è uno stronzo. Ho constatato il fatto che sia tutto questione di interesse. Ci sono persone che mi cercano ovunque siano, perché conto. Ci sono quelli che stanno a dieci minuti da casa mia e a cui non frega un cazzo. Lo dicevo... no? Questione di interessi. Tenevo a dirgli che semplicemente in me non ha alcun interesse e che io non sono una scimmia in gabbia, quindi di mandargli email spassose che lui possa leggere per passatempo senza rispondermi adeguatamente non ne ho voglia.

Ma come in ogni mio post un po' così... triste, c'è un risvolto positivo. Non so quanto possa durare e ho una paura fottuta che l'interesse cali nuovamente e che io rimanga a fissare una platea vuota, ma cosa posso fare? Sono tornata a sperare di non rimanere nuovamente delusa da qualcuno che sembra così diverso. È il classico errore, la tipica trappola in cui cadere. Il desiderio di lasciarsi andare almeno una volta nella vita.
C'è qualcuno che mi ha osservato bene, senza basarsi necessariamente su tutto quello che ruota intorno a me, ma semplicemente su di me, su come mi comporto, senza chiedersi troppo il perché. E sto in paranoia.
Credevo di aver paura di fare del male a qualcuno, invece in tutto questo conto solo io e come mi sento e che non ho alcuna voglia di soffrire o di escogitare giochetti per avere il coltello dalla parte del manico.

E non so che altro dire, o meglio, le cose da dire sono una valanga, ma proprio quando pensi che la persona che hai di fronte possa avere le parole che cerchi, non ricevi proprio niente e metti in dubbio persino quello che provi. Io non credo che gli umani agiscano senza volere niente in cambio, non è questione di materialismo, anzi, è una cosa piuttosto autentica e io in cambio ho sempre preteso rispetto ed attenzione, proprio perché l'ho chiesto, con sincerità, perché ho scritto, perché ho parlato, perché ho usato parole precise. Sapete perché? Perché così chi avete di fronte non ha scampo, non può malinterpretare i vostri sentimenti, i vostri bisogni.

Ah non so... Andrò a festeggiare la festa della donna sperando di non incontrare uomini palestrati in mutande mentre tutti intorno masticano. Ed è un po' così, a caso, perché sai benissimo che in questo momento vorresti essere con qualcun altro ma non avrai mai il coraggio di dirglielo, perché non lo conosci, o hai paura che ti manipoli.