sabato 5 luglio 2014

L'ultima volta

A volte ripenso all'orto di mia nonna. Era enorme, non esisteva verdura che mancasse in quella terra sempre umidiccia, sempre amata. Altre volte mi ricordo del suo giardino in cui i fiori e i frutti crescevano quasi spontaneamente, non ricordo di aver mai visto mia nonna dedicarcisi più di tanto. Le piante crescevano al suo pensiero. Ho sempre pensato che mia nonna fosse una strega.
Una volta ho scoperto un piccolo melo, avrà avuto la mia altezza all'epoca, penso di aver avuto sette anni... non so quanto possa aiutare come rapporto per misurare l'albero. Aveva delle piccole mele verdi, tantissime, incredibile. Ne avevo mangiata una, ancora oggi mi è rimasta la passione per le cose aspre. Mia nonna in qualche modo se n'era accorta, forse le contava ogni giorno, forse gliel'avevano raccontato le rondini.

Ricordo quando una mattina ha trovato un cagnolino nero morto sul carbone accatastato fuori dal cancello. L'ha urtato con la pala con cui raccoglieva il carbone... e lui si è mosso e non è mai più morto. È ancora vivo! Me l'ha raccontato mia madre che è andata a trovarlo dicembre scorso. L'ha accarezzato, l'ha guardato e ha riconosciuto i suoi occhi e ha cominciato a piangere e il cane le ha fatto un sacco di feste. Come fa a ricordarla ancora? E chissà se si ricorda di me, delle nostre corse nei campi, io e il mio piccolo lupo nero. Sarà vecchissimo e forse ora che sa che non ci vedremo mai più, si accontenterà di aver rivisto mia madre. E morirà. Come tutti, prima o poi. Avrei preferito non saperne niente. Adesso mi logoro. Mi manca. 

Sento l'odore di fieno, di fragole, di cetrioli freschi e di riso bianco appena cotto. Sono cose che non mi abbandoneranno, anche se non ho più una terra in cui tornare. Non è la mia città, non è il Canyon con le mie amate concavità scavate dallo stesso vento... è la terra, quella che puoi toccare, quella di cui ti vuoi sporcare. Non ho più una casa in campagna in cui tornare e mi sento morire dentro e penso che forse non avremmo mai dovuto venderla e sarebbe stato meglio lasciare che la nonna morisse in quella casa, circondata dai suoi animali, dalla sua terra, dalle sue magiche piante... Invece che in un comodo e caldo appartamento in un'altra città... e la solitudine. 

Cosa darei... cosa darei per camminare su quel sentiero ancora una volta. Non ci voglio mai pensare, ma forse è arrivato il momento di ammettere a me stessa che non mangerò mai più una cosa cucinata da mia nonna e non rivedrò mai più il mio cane nero e forse quel piccolo melo è morto abbattuto come qualsiasi altra cosa. Non ricordo l'ultima volta di tutte queste cose.

Ho imparato tanto in quel posto, tra la gente autentica. La più importante è quella di guardare le persone negli occhi. Mi ricordo Kiril, era un ragazzo molto più grande di me e spesso teneva compagnia a noi bambini, ci costruiva le case sugli alberi, circondava la panchina su cui stavamo con dei muri di cartone e ci guardava da fuori, si vedevano i suoi capelli biondi e i suoi occhi verdi. Una volta li vidi sorridere e proprio in quell'istante la luce era entrata nell'iride, sono immagini che non si scordano, sono le cose che adesso cerco di fotografare, sono le cose che apprezzo negli uomini.
Guardarsi negli occhi mentre si raccontano storie, a meno che non si è sdraiati a guardare le stelle, è fondamentale, altrimenti si sballa tutto, le tempistiche non tornano e non c'è modo di entrare insieme in un mondo parallelo. Come fai a dire esattamente ciò che provi usando solo le parole? Come fai a definire le sfumature delle tue idee essendo solo descrittivo? Non puoi.

E io mi ricordo tutti gli occhi delle persone che mi hanno colpito. So definirne ogni venatura, ogni taglio, colore, tonalità che fluiscono al cambiare della luce. Tutto. Gli occhi sono come i luoghi che visito per ricordarmi che l'eternità esiste, perché tutto cambia, il corpo decade, gli occhi no... Ti guarderanno in quel modo fino alla fine.

Quando è stata l'ultima volta che qualcuno mi ha guardato negli occhi? Che ci ha visto qualcosa, che ha saputo attribuire i miei modi di guardare ai miei gesti...? Le persone non guardano cosa c'è dentro, ma solo attraverso, in cerca di uno specchio.
E quando è stata l'ultima volta che avete realizzato di aver fatto una cosa per l'ultima volta? Come chiudere una porta... e non tornarvi mai più.


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