martedì 2 aprile 2013

Disprezzo e Differenza!

A lungo ho cercato il modo di spiegare perché la competizione non mi piace e perché vado avanti senza curarmi troppo delle persone che mi spingono al limite dell'esasperazione con pretese di confronto.
Ho cercato per mari e monti frasi che disegnassero ciò che credo gli artisti dovrebbero fare tra loro, nel nome di un rispetto reale e reciproco che in tal modo non può che spingere entrambi verso l'alto, invece che trascinare ed annullare i lavori svolti con fatica.

Credo queste siano le parole più dignitose e giuste che i rivali che non ho mai riconosciuto dovrebbero leggere. È la mia maniera di sottolineare per l'ultima volta il fattore della diversità.
Vi prego, leggete, ve lo chiedo con il cuore in mano. Lasciate da parte la vostra rabbia, l'inquietudine di una battaglia che state portando avanti da soli. Io sono un libro aperto, non ho bisogno di striscianti ed infime parole per esprimere il mio disappunto e credo di aver sempre dimostrato il mio rispetto anche nei confronti di chi per me non significasse niente, affrontando il problema a carte scoperte. Se ancora vi fidate delle voci che si muovono vigliacche sotto la sabbia, allora non badate nemmeno al mio ultimo appello di una guerra più emotiva e sincera che fredda e sterile.

Il disprezzo non costa molto, bastano poche parole, prese nel frettoloso rimario dell’attuale. Non va confermato con esempi, non occorre che chi disprezza dimostri di essere meglio del disprezzato. Il disprezzo separa in un attimo, e quando finisce il disprezzo spesso comincia l’ipocrisia, si dimentica ciò che si è detto e possiamo andare a braccetto con gli ex-disprezzati e disprezzarne di nuovi. Il disprezzo non conosce perdono o sfida, ma solo la sua esibizione, basta a se stesso e ti assolve. 

La differenza è dolorosa, comporta una riflessione su sé e sul mondo, va seguita da gesti, devo dimostrare con l'esempio in cosa sono differente dall’altro. Attraverso questa rottura dell’indistinto, attraverso un cammino spesso lungo e tormentato, la differenza porta alla vicinanza. Non cancella ciò che è stato, lo rende vero e fa nascere un vero rispetto, o una leale battaglia. La differenza fa nascere il desiderio di conoscere, affronta il pregiudizio, talvolta ci confonde e non ci perdona, ma spesso ci rende migliori.

Il disprezzo ha paura dell’ironia. La differenza non può farne a meno. Il disprezzo è una merce che puoi comprare da altri, la differenza è un sentimento che dobbiamo affrontare da soli. Dietro il disprezzo ci si nasconde, in nome della differenza si può morire.

Spesso disprezzo e differenza si uniscono in modo che sembra inestricabile, nella politica, nell’arte,nella quotidianità. Ma se abbiamo coraggio, possiamo distinguerli. Non avremo pace, ma inquietudine. Non verità che svaniscono in un attimo, ma libertà di cercarle ogni giorno.

Ho disprezzato, qualche volta, forse mi capiterà ancora. Ma ho imparato a preferire la differenza.  

Stefano Benni 

 

lunedì 1 aprile 2013

Parole confuse di una single.

Basta parlare di cose tristi o sentimentali. È il mio bel momento e me lo voglio godere.
Niente discorsi sul lavoro, sulle delusioni che mi portano gli amici che non ho, sulla situazione disastrosa dell'Italia e oops.

Parliamo di uomini. Ah, gli uomini! È una figata pazzesca conoscerne tanti, nei diversi giorni della settimana, completamente random e non avere paura di non piacere. Voglio dire... È come se si annullasse quello strano incantesimo che ci fotte il cervello facendoci passare per quelli che non siamo solo per non deludere quel tizio che ci piace tanto. Posso dire quello che voglio senza paura di ferire i sentimenti altrui. Non devo dare spiegazioni se mi porto i preservativi dietro, non mi devo fare le paranoie se lui ne ha sparsi in giro per la casa.
Non faccio più stare male mia madre che, diciamolo, si è sempre affezionata più di me ai miei ex. Non devo giustificare l'ennesima rottura a mio padre e lui non mi rompe sul fatto che un giorno troverò quello giusto. E poi non si sente frustrato per non averne mai conosciuto uno da quando vivo in Italia.

Nessuno me la mena sul mio lavoro, ma adesso non sono "costretta" a stare nuda solo sul set, posso farmi "convincere" a girare in mutande a casa di amici, uomini con cui scopo e a cui non devo rimproverare il fatto di guardarmi il culo mentre parlo del senso della vita quando sono in cucina a preparare il caffè. Posso rimandare gli appuntamenti dicendo le cose come stanno! Perché magari ho le mestruazioni e non possiamo fare quello che ci pare a letto. Il senso di ipocrisia dello "stare lo stesso bene insieme" non è più all'ordine del giorno. Sembrava quasi che non andasse bene che io volessi fare sesso a ogni visita, ma non andava bene se lo diceva l'uomo. Sì noi donne siamo creature confuse. Ma sì... ci sono i film da guardare... ma dopo. Ok? Dopo.

Coi fidanzati, prima o poi, arrivavo ad acconsentire che andasse bene anche non scopare. Che tristezza. Non sono ninfomane, giuro, sono selettiva e non ho voglia a qualsiasi ora del giorno (ok non è vero), solo non vedo perché devo reprimermi se la persona mi piace tanto e non ci vediamo così spesso? Perché non vuoi vedermi tutti i giorni, vero? VERO?

Non sto parlando di scopare a qualsiasi ora del giorno. Non è vero. Io scoperei sempre, ma devo essere single, o il mio fidanzato deve essere proprio incredibile. Tipo Marco. Vi ricordate Marco? Madonna... Nemmeno a guardare il film "dopo" stavo molto concentrata.
Forse è vero che sono sempre stata con uomini sbagliati. Sì, pure tu... Sennò staremmo ancora qui cercando una superficie libera della casa.
Oh dio... con qualche ex capita ed è una figata, perché non c'è più la paura di dire "quello non è il clitoride" o "perché ti fermi proprio adesso?".
Poche settimane fa quel malato di mente, in senso buono, mi ha detto "chissà se hai imparato qualcosa di nuovo". Ragazzi, devo essermi bagnata, sono cose che non si dimenticano.
E posso, perché sono single e perché non la do' al primo che capita. Sono libera e non mi limito in alcun modo, non devo niente a nessuno e il mio cervello è continuamente stimolato da nuove conoscenze, non per forza in ambito sessuale. Ma è anche vero che il cervello è il fulcro di tutto ed è quello che in generale aiuta ad accendere le passioni. E se dopo un po' non ci piacciamo, possiamo tornare a casa a toccarci pensando ognuno alle proprie cose da farsi con l'altro. Tanto vale accogliere lo stimolo, anche se minimo.


Ma torniamo al mio epico momento di solitudine meritata, perché non sempre fila tutto liscio, nemmeno quando non si hanno legami. Perché bang with friends non funziona? E perché gli uomini mi guardano come se mi volessero scopare, ma mi parlano come se fossi la loro nonna? Cosa stiamo sbagliando tutti quanti? Non ho voglia di saltare addosso alla gente, non a caso, non con un minimo di dubbio sul rifiuto. Mi piace scopare, pure senza l'invito a cena, ma che per lo meno l'iniziativa arrivi dall'uomo, mi piace così, non ci posso fare niente. Se devo andare a caccia, vado con le donne. Se vi piace ancora avere il privilegio di "quelli che scopano" e lasciare alle donne quello di "farsi scopare", le cose devono andare così anche fuori dal letto.

La verità è che mi sono dimenticata di come si seduca un uomo e l'uomo non fa il minimo sforzo per ricordarmelo. Poi gli uomini che ultimamente sto conoscendo io non hanno mai imparato a sedurre e io una volta a casa mi guardo i video di Cassel per sentirmi meno depressa.

Quando attivo le antennine e sbatto le ciglia, cercando di non dirti direttamente "con te mi piacerebbe sulla scrivania", va a finire che pensi che io voglia una storia. Uomini, non eravate quelli a volere le cose easy? Perché mi devo sorbire cinque telefonate al giorno e il rimprovero di non farmi sentire mai? Ancora peggio, se sono così fantastica e ci troviamo bene a parlare e a fare sesso tutte le volte che vogliamo, perché mi devo sorbire le menate che ha il compito di sopportare la tua fidanzata? Non è che con lei forse, ma forse non stai proprio benissimo? Sennò perché cercheresti di incatenare la tua alternativa fonte di benessere, cioè me?

E io che credevo che essere single fosse uno spasso.
Tuttavia, preclude molte meno preoccupazioni superflue, ma non per questo limitando il lato emotivo. Io voglio bene agli uomini con cui vado a letto, sennò continuerebbero a vedermi nuda in foto.

Indipendentemente da dove andrò a parare nei prossimi mesi, non ho intenzione di tollerare persone che cercheranno di farmi scegliere tra loro e la mia libertà. Non sto parlando del sesso, ma della mia natura. Io vado lì dove non ci sono catene e posso rimanerci a lungo, molto a lungo. Perché dovrei stare zitta e buona ammanettata a un cervello insicuro?


Ma non ci pensiamo. Ho preso il biglietto di sola andata per Londra, l'unica mia preoccupazione sarà trovare dei piselli puliti.

Che post scurrile. Scusate. Vi voglio bene.

p.s. Spero ancora di trovare delle donne che non si aspettino che mi comporti come un uomo, non ho più voglia.

p.p.s. No, non mi scopo i ragazzi delle mie amiche. Amiche?