mercoledì 14 agosto 2013

Una metafora

Nell'ultimo anno ho passato troppo tempo a lamentarmi, a fare polemica, a essere isterica con tutto e tutti; a rifiutare le scopate occasionali (l'isteria è liberamente associabile al mio rifiuto di scopare a caso e diventare ancora più isterica), a evitare le persone e a credere di poter fare molto in confronto all'ingratitudine che ricevevo per i miei sbattimenti.

Andrea è uno stronzo, ma mi ha insegnato una bella cosa quando soffrivo di attacchi di panico anni fa. Non realizzavo, non riuscivo a farmeli passare con quella tecnica, perché sappiamo che quando ci sentiamo morire, vorremmo solo morire, è troppo difficile aggrapparsi a qualcosa di buono con tutte le forze e uscirne dignitosamente.
A volte vado al mare e quando non vado in crisi per i capelli, mi immergo nell'acqua completamente, ci resto il più a lungo possibile, solo allora realizzo quanto sia bello respirare.
Quando stai soffocando perché ti sembra di avere la gola gonfia e ti vergogni che qualcuno possa semplicemente scambiarti per uno psicopatico, puoi fare una cosa sola... sforzarti e pensare a qualcosa di bello.


Non soffro di attacchi di panico da molto tempo, ma è una cosa difficile da debellare totalmente, forse impossibile, non so dirlo. Quando violento il mio cervello andando contro a qualche mia morale, se di morale si tratta, sento una spirale che comincia a girare lentamente nello stomaco, so che salirà nei polmoni e poi mi perforerà la gola. Nasce così il panico, è così che l'organismo si ribella. A volte vomitiamo cibo o alcol, a volte il vuoto che ha gravato sul nostro cuore troppo a lungo.

Non so perché siano passati esattamente, non ho mai applicato la tecnica di Andre di pensare alle cose belle che ho nella mia vita per calmarmi. Ci penso adesso quando sono triste e quando la gente mi sta sul cazzo, ma all'epoca non l'ho mai fatto. Quindi penso che siano passati perché ho smesso di ingabbiarmi per tenere vicine le persone, non scendo più a compromessi e al costo di soffrire ho scelto di essere sincera, onesta. Non vuol dire che a volte non senta partire gli ingranaggi dei sotterfugi nella mia testa, capita anche troppo spesso, ma resisto, piango, a volte sono costretta a rimanere sola, ma non soffro più di attacchi di panico e il mio spirito deve poter stare bene dentro a questo corpo. Preferisco essere triste nella mia casa, che sotto a un ponte. 

È così che da un po' osservo le persone che mi circondano, che spariscono e che poi ricompaiono con le scuse più patetiche. Non mi arrabbio più e non ho rancori, voglio solo vedere cos'hanno di buono da darmi, da dimostrarmi. So che se ne andranno di nuovo, posso solo rendere piacevole la loro permanenza, per entrambi.
Poi naturalmente ci sono quelli che non vanno mai via, li sento poco, li vedo di rado, ma li amo, sono amici veri.

Amal guarda sempre il mare nella pausa dei tre puntini tra una frase e l'altra. Poi torna a guardarmi negli occhi e mi sconvolge sempre, perché la purezza che ha dentro è disarmante. È la donna più pazza e più saggia che io conosca e nonostante questo, nonostante i suoi strani meccanismi per affrontare la vita, è pura. Ma come cazzo fa? Forse mette il suo cuore nel mare durante le poche ore che dorme. Dovrei provarci.


Poi c'è Ale, che mi sopporta sostanzialmente e paradossalmente si becca anche il peggio di me, ma forse è per il semplice fatto che è così che va con una persona che lasci avvicinare un po' di più. Non è questione di conoscersi, ma di capirsi. Mi guarda con quei suoi occhioni e mi parla dei suoi sogni che mi sembrano così strani. Mi guarda serissimo quando gli apro un po' i cancelli del mio mondo e mi vuole proteggere dalla mia stessa aria, ma non si impone. Quello che all'inizio ho scambiato per freddezza era solo un grande rispetto. Stava forse un po' anche a me avvicinarmi, non posso pretendere di girare un film d'autore ed avere la stessa interpretazione da tutti. La sua va più che bene, devo solo abituarmici. Credo che dopo anni io abbia trovato qualcuno che potrei amare, ma cerco di non pensare troppo al futuro, perché sono anche diventata incredibilmente codarda.
Però per oggi vorrei godermi questo sentimento di cui cadevo vittima molto spesso da ragazzina, una peculiarità acquisita nel tempo e dimenticata dopo la mia ultima grande batosta... per non morire. È così. Giuro che prendere una craniata adesso sarebbe per me insostenibile, il mio cuore non si rigenera più con la stessa facilità di anni fa, ma pazienza, non si rifiuta un amore, è da criminali... e da cretini visto che non è poi così male essere corrisposti, o illudersi di esserlo.
Quindi voglio solo godermi la possibilità di fare l'amore con qualcuno che reputo degno di me, qualcuno che sa apprezzare la mia indole, qualcuno che riesce a godere della mia sessualità a 360 gradi. E poi voglio camminare per strada e improvvisamente fermarmi perché ho sentito un odore familiare. Ciò che ci appassiona a una persona è molto friabile e può svanire improvvisamente, o può diventare qualcosa che ci ricorda qualcos'altro, forse qualcosa della propria infanzia.
Ale è il mio Autunno quattro stagioni l'anno. Ogni tanto d'estate passeggio assorta dai miei pensieri e sento l'odore di foglie secche e per una frazione di secondo i miei piedi fanno attenzione a non farle scricchiolare per non spaventare i grilli.





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