sabato 9 febbraio 2013

Sotto vuoto

Ho pensato a lungo a quello che mi ha detto R. riguardo al posare. La sua modella preferita, la sua musa, o insomma, la persona con cui si trova più affine nella fotografia, svuota la mente nel momento in cui un obiettivo le viene puntato contro.
Io non riesco. Ci ho provato, mi piace sperimentare, ma poi tendo a tornare alla mia vera natura. Non è detto che io stia posando quando ho espressioni che non coincidono con i movimenti del mio corpo, può semplicemente significare che io stia recitando.

Recitare non significa fingere, ma vuol dire far vivere attraverso la propria essenza un personaggio. Non importa se è una cosa che non mi appartiene, quello che conta è che le emozioni siano autentiche. Io piango perché il personaggio che vive attraverso il mio volto è vero, ma quando asciugo le lacrime, il copione si volatilizza. E' stato tutto vero, giuro, ma non c'ero solo io dentro.


Non riesco a svuotare la testa, mi è più facile riempirla di infinite cose dettate dal momento. Mi piace sfiorare la mia pelle ed inarcare la schiena se provo piacere; adoro spogliarmi di fronte alla macchina fotografica proprio perché so che c'è un uomo che mi sta guardando, ma i suoi pensieri non mi interessano. Se lo sguardo maschile può rivelarsi un catalizzatore, cinque secondi dopo è come se io fossi sola. Ma vuota no, vuota mai.
Non mi interessa il rapporto professionale tra modella e fotografo, lo trovo sterile e lo applico puramente per soldi. Io voglio provare disagio, voglio emozionarmi e sentirmi quello che sono, una donna. Non ha nulla a che vedere coi maiali che non aspettano altro che mettermelo dentro a caso e senza un motivo psicologico, mentale. Io parlo della fotografia nella sua forma più pura, quella in cui il fotografo, o la fotografa, vuole fotografare un volto o un corpo o entrambi perché ne è affascinato/a. E non si può dire che persino uno stupidissimo ritratto non sia la proiezione di una pulsione sessuale. Non parlo di scopate, parlo di PASSIONE.

Non riesco a non mettere della passione nelle foto che mi ritraggono. Possono non dire niente al fruitore, possono sviluppare le idee più assurde a chi ne rimane in qualche modo affascinato. Non importa. Io so chi sono nel momento in cui poso. Posare non significa fingere, bensì muoversi a ritmi diversi.
Quando i fotografi mi dicono di non posare io non so cosa fare. Se non dovessi più posare, loro dovrebbero mettere via la macchina fotografica e toccarmi, o semplicemente guardarmi mettendomi nell'imbarazzo più totale e insensato. Quando poso, mi muovo e questo vuol dire che io sia autentica. Io amo posare e vorrei tanto che questo termine venisse svincolato dal significato patinato attribuitone nell'ambito fashion e quelle cagate lì.

Se chiamate una modella, se chiamate me, se volete me, spero che vi rendiate conto di cosa significhi, di cosa rappresenti per me l'atto della fotografia. Altrimenti potete continuare a fotografare le vostre amiche, maldestre e carine, spontanee e menefreghiste, ottimo soggetto per i vostri esperimenti di non posa.

Io sono un essere passionale e molto sessuale, ne sono dipendente e chi mi conosce bene lo può confermare. Non significa che tromberei dalla mattina alla sera (oh dio, perché mai non dovrei?), ma che il fascino che la sessualità gioca su di me è infinito.

Tutto questo per dire che non riesco a limitarmi in una zona neutrale durante lo scatto.
E per rispondere alla tua domanda "hai qualche tipo di voglia?", o per meglio dire "desiderio", sì, ne ho parecchie, ma riguardano solo me e le mie espressioni che in questo momento si stanno imprimendo sul tuo monitor, sulla tua pellicola o nella tua testa.

Io non voglio limitarmi e preferisco essere impacciata e sbagliare, ma arrivare a un risultato carico di passione, piuttosto che esser perfetta in foto e non ricordarmi l'odore che c'era nella stanza quando io mi trovavo nuda di fronte a un fotografo che reputavo degno della mia sincerità.


A tal proposito ho una nuova intervista per C-Heads. Era molto che aspettavo queste risposte e ancora adesso ho i brividi e mi viene da piangere leggendole. Posare per Karol non mi ha insegnato a recitare, ma indubbiamente ha esaltato la carica emotiva di cui avevo bisogno, ha sottolineato la vena di coraggio che ancora non avevo, mi ha ricordato cosa significhi essere una donna fiera e matura di fronte ad un uomo che in religioso silenzio può rispettare la sensibilità di una donna.
Spero che ve la caviate con l'inglese, qui c'è da leggere un po' e vale la pena farlo.

CLICK HERE FOR THE INTERVIEW



p.s. sono ubriaca, era un po' che volevo provare a scrivere in queste condizioni, quindi errori grammaticali o di battitura a parte, sono sincera... mai stata più sincera.



4 commenti:

  1. Posso dire minchia? Minchia non è che sia così facile star dietro ai tuoi pensieri e giustamente tu mi dirai ecchemefrega di far inseguire i miei pensieri da te? e chi ti potrebbe dar torto. Non sono così tanto convinto della tua spassionalità" nel posare. Affermi forse in altre sedi la tua passionalità e credo che le nostre imperfezioni ci impediscano di essere fatti a cassetti. Per quanto possa contare il mio parere ti stimo perchè sei una bella mente pensante e per quello che trasmetti nelle tue foto. Lasciamo stare gli aggettivi sensuale, delicata et similia. I complimenti fanno piacere, ma per chi ti guarda fa piacere essere colpiti dalla tua personalità, per te boh chiamata capacità interpretativa. Sta di fatto che mi vien difficile pensare che la sola vil pecunia ti possa permettere di ottenere, insieme alle capacità di un bravo fotografo, dei risultati di alto livello. Io personalmente metto sempre avanti la persona, mi riconosco in una certa dose di rompicoglionaggine, ma perchè poi vergognarsi dei propri difetti? P.S. questo mio commento ha richiesto solo un bicchiere di vino e una moderata dose di pastis dopo pranzo. Ciao da Enrico

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  2. http://it.wikipedia.org/wiki/Metodo_Stanislavskij

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  3. qui c'è un po' di tutto senza niente, Enrico.
    forse è un mio limite di comprensione, ma non ho capito una minchia di quello che stai cercando di dirmi :D

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  4. Eheh, non ti posso poi dar torto... Ho complicato quello che poteva esser detto piu semplicemente: più o meno penso che in te come in una brava modella ci sia un giusto equilibrio, dire mix mi fa pensare a un cocktail, tra recitazione, passionalità, astrazione, disciplina interiore che ti permette di ottenere in collaborazione con un bravo fotografo (e ti riconosco un ottimo fiuto nel sceglierli) dei risultati di ottimo livello. Il tutto grosso modo... poi quanto ti passa per la mente in quei momenti appartiene esclusivamente a te o a chi vuoi tu. Penso sia indiscreto, vorrei dire quasi impudico, cercare di andare oltre nella comprensione.

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