sabato 29 settembre 2012

Lay and Love

Finalmente è online il mio nuovo editoriale.
Aspettavo da tanto questa pubblicazione, sostanzialmente per due motivi, il primo è che quando realizzi un lavoro di un certo tipo non vedi l'ora di ricevere una specie di ricompensa. In secondo luogo ci tenevo in particolar modo per via della mia collaborazione con Charo.

E' bellissima e se a primo impatto ho pensato i nostri volti in qualche modo si potessero sposare, dopo aver visto le foto non ho avuto alcun dubbio. Siamo molto diverse, ma è una diversità che con un po' di impegno ed intimità può creare l'unione perfetta.
E poi ci si lavora bene, è tranquilla, ma anche dinamica, non ha paura di dire quello che pensa e soprattutto non ha difficoltà a lasciarsi andare. Ho lavorato con un po' di modelle in questi anni e con alcune mi sono trovata bene, con altre meno, ma mai mi sono trovata nella condizione di  non dover pensare ad una possibile reazione nel caso di un contatto.

Mi spiego, a volte sembra che le modelle abbiano paura di toccarsi, di sfiorarsi persino e come accade nascono inesorabilmente delle tensioni, qualcosa che uno spettatore forse nemmeno può notare, ma che si percepisce nell'aria e a volte può compromettere il risultato dello scatto. Non che le foto vengano male, ma diciamo sarebbero potute essere migliori.

Charo non ha questo problema. E' un po' attrice, diciamo così. Un'attrice che si immedesima perfettamente nel suo ruolo e diventa autentica e assolutamente piacevole.

Abbiamo altri progetti da realizzare, altri già sulla via della pubblicazione e sono decisamente eccitata per questo potenziale. Così ci fumeremo un'altra stecca di sigarette e al diavolo tutto.


QUI PER L'EDITORIALE

Grazie ancora a Roberto Roto per aver creato la possibilità di lavorare tutti insieme.



venerdì 28 settembre 2012

Cose che contano

Mai come in questi giorni ho avuto difficoltà ad addormentarmi.
Eppure sono stanca, non solo, sono proprio assonnata. Se prima non volevo dormire e godevo nel vedere sorgere il sole, chiudendo gli occhi piano piano, adesso voglio solo dormire. Ne ho bisogno.

Ma pace.
Rimugino sull'andamento precario della mia vita proprio nel momento in cui la mia testa tocca il cuscino. Ma non ne ho voglia. Ah, vi giuro non ne ho voglia.
Quante volte avrò scritto di essere stanca? Sono stanca. 
Ho così bisogno di cose autentiche.

Ieri è entrato in scena Iggy Pop, in piazza della Repubblica, cazzo, in piazza della Repubblica a Firenze. Uno sfracello di gente, inutile per lo più, come ogni italiano che si vuol far riconoscere quando è gratis si fa macello, eh?
Insomma è partito con Raw Power e io ho cominciato a piangere e mentre cercavo di sopravvivere all'incredibile ed INUTILE pogo, pensavo a tutte le volte che ho ascoltato le sue grezzate nel cuore della notte, a quelle volte che l'ho fissato a testa in giù mentre mi guardava in quella posa improponibile sul poster di camera mia.
Provavo con tutte le mie forze a resistere alle gomitate nella schiena per vedere almeno il colore della sua pelle, per prendere coscienza della sua esistenza. Un idolo della mia adolescenza, una persona che mi ha salvato con quattro parole messe in croce, nell'ordine giusto come ogni persona autentica che si rispetti sa fare, era lì cazzo era lì!!! Era lì e cantava e la sua voce mi giungeva rauca e sensuale ed energica attraverso l'aria, la pioggia, le voci, il sudore di un'infinità di persone che forse erano lì con me per lo stesso motivo.

Ma le lacrime sono durate poco, avevo da pensare alla mia di pelle, non volevo andare oltre qualche livido. Mi sono trovata con un'unghia staccata dal dito, tipo... rovesciata sapete. Non ho nemmeno sentito dolore, ero solo contenta.
Qualcuno si lamentava dell'acustica, sì ok faceva cagare, le luci pure erano da sagra della salsiccia, però Iggy era lì e non gliene fregava un cazzo, pensava a divertirsi.

E' stata una cosa autentica. Mi sono portata il sorriso stampato in faccia per ore.


Sapete, vorrei anche un amore autentico. Ma non lo trovo. 
Qualche amica mi deve aver detto che cercare è inutile e che le cose si presentano quando meno te lo aspetti. 

Cazzate. Io so cosa voglio e lo voglio adesso. E se non potrò averlo mettendo le mani tra le cose tra le cui sto cercando adesso, vuol dire che terrò duro e andrò avanti.
Non voglio arrivare dopo. Avete presente quando tutto sembra più importante di voi? Non è questione di ego, è una delusione, semplicemente una delusione.

Com'è che diceva? Bisogna andare avanti come dei treni (come se ci fosse fretta)... questo significa forse schiacciare anche tutte le cose autentiche nella vita? Non lo so.

Perdonate la confusione, ho sonno, ma ho paura di mettermi a letto, non voglio sapere cosa mi aspetta domani, non voglio pensare e ho bevuto troppo per fumare ancora (anche se inesorabilmente lo farò).
E vi dirò di più, qualsiasi canzone di Iggy è perfetta per rappresentare questo momento di solitudine forzata, di delusione, di aspettativa, di tristezza, di eccitazione. Ascolto i pezzi, testo dopo testo, e mi rispecchio qualsiasi cosa lui dica, soprattutto quando porge accento su shit e i don't mind. 

Non godevo, nella mia agonia, così tanto dal concerto dei Nine Inch Nails, quando Trent urlava "I feel 1000000 miles away" e io pensavo "cazzo, anche io, anche in sta merda di Milano, questo gruppo mi fa sentire altrove".

Vi propongo i pezzi per me significativi di stanotte e se vi sentite soli, se i vostri amici sono a sbroccare in disco e voi vorreste solo passare una piacevole serata con chi amate, potete capirmi.






sabato 22 settembre 2012

Attraverso lo specchio

E' una giornata no, è decisamente una giornata no.
L'ho avvertita nella bocca dello stomaco ancora ieri, di notte.
Ce lo aspettiamo quando sta per arrivare un sabato del genere.

Il cielo è grigio e la mente è offuscata dall'alcol, c'è un'inspiegabile voglia di piangere, ma il corpo è completamente disidratato, la testa inoltre non trova un motivo concreto per farlo e allora gli occhi si rifiutano.

Ho passato ore a rimuginare su questioni inutili, ma come ogni persona ansiosa su questa terra, più cerchi la radice e più questa affonda nelle profondità di un terreno arido ed impossibile da scavare.

Allora mi sono ricordata di Trent Reznor che dice che niente lo può più fermare, perché non gliene frega più un cazzo.
Così ho fatto io. Ho lasciato perdere, ci tornerò su quando sarà il momento, quando saprò che sarà il momento, si presenterà da solo.

E' un po' triste perché quando non ti importa più niente è perché sei esasperato, perché qualcuno ti ha succhiato via le forze, quando qualcuno ti ha deluso.
Ragazzi niente è brutto quanto la delusione, io non ho più le forze di reagire. Non per questo mi arrendo, ripongo ancora fiducia nelle persone, mi illudo, ci spero. E so benissimo che le delusioni arriveranno e non avranno mai fine, ma lo stesso quando si presentano è un grande dolore, è un dolore che marcisce nelle viscere e tocca punti talmente acuti da indurre il corpo allo svenimento.

In questo caso lo svenimento è quello dei sentimenti. Spariscono. Se rimangono sono troppo fuori controllo, mandano il cervello in tilt e allora succede qualcosa, scatta un meccanismo di difesa di cui probabilmente Trent parla.


Non so perché prima ho pensato ai riflessi, agli specchi. Anche gli specchi mi mandano in tilt il cervello. Mi sono sempre chiesta che magia mai fosse quella di poter spegnere la tv direzionando il telecomando verso uno specchio. 
Questo affascinante mondo parallelo che ci fa vedere dalla prospettiva sbagliata. Ciò che è a destra si sposta a sinistra e viceversa, eppure ci riconosciamo alla perfezione e probabilmente non siamo tanto differenti da come gli altri ci vedono.

Ma che cos'è?

Mi sono poi ricordata di Svetlana Anatolievna, la mia insegnante delle elementari, quando ancora vivevo in KZ. Una donna bellissima, coi boccoli biondi e la pelle morbida.
Una volta siamo rimaste da sole in aula, dovevo darle una mano con dei cartelloni per un qualche inutile evento. La stanza era illuminata dalla luce naturale diurna e nell'aria c'era un forte odore di pennarelli indelebili e lei si meravigliava di quanto questo odore mi piacesse.

E' l'unico ricordo che vivo ancora da protagonista, non è uno di quelli in cui ti vedi da fuori, a lungo andare, ancora lo vedo in prima persona. Tuttora non so come fossi da fuori, non ho nemmeno un ricordo che si ricolleghi allo specchio, non in quegli anni.
Forse sono stati gli anni più puri, perché non mi importava, volevo solo rivedere mia madre, ma è come se la mia tristezza di base si fosse già impossessata di pensieri impercettibili ma presenti, quelli che Stephen King descrive bene. Sono pensieri che i bambini ancora non sanno definire, ma che provano, in forma primordiale e pura.

Vorrei che le persone si guardassero allo specchio più a lungo, che si studiassero ogni neo, ogni imperfezione, le rughe, i capelli, le sfumature degli occhi, le narici che si dilatano durante un sospiro turbato, i denti, la lingua, le labbra che si schiudono o che si serrano, le sopracciglia che si inarcano e le espressioni che si trasformano a ogni piccolo pensiero.
Se le persone dedicassero più tempo a queste quotidiane analisi, si renderebbero conto di avere dentro di sé un mondo bellissimo e smetterebbero di ossessionarsi da quello altrui.

Signore e signori, Nina ha lasciato il palazzo (sorrido).



venerdì 21 settembre 2012

Puoi decidere di crederci

Oggi una persona mi ha riportato alla mente l'importanza dei sogni.
Io dormo molto, non di notte, ma dormo.

Mi ricordo un periodo della mia vita in cui i sogni erano vividi, no, vivi! Non volevo mai svegliarmi e quando mi svegliavo contavo le ore che mi separavano dai mondi paralleli, dalle mie realtà incredibili, dai luoghi che scaldano il cuore, dai posti in cui certe cattiverie non mi possono raggiungere.

C'erano foglie autunnali, c'era vento, c'erano poche persone che indicavano qualcosa di superiore, c'era la mia coscienza a vagare tra mari e castelli con infiniti passaggi segreti che solo con la purezza dell'animo potevo raggiungere.

Erano giorni in cui mi svegliavo con il sorriso sulle labbra e con la malinconia, la nostalgia di posti in cui non sono mai stata realmente. Ma cos'è la realtà alla fine? E' una condizione in cui decidiamo di vivere ed è autentica, non importa se la riconosciamo solo noi.


E questa persona oggi mi ha riportato in un suo sogno e mi sono lasciata coinvolgere a tal punto, le situazioni che ha descritto mi hanno talmente toccato il cuore che sono stata lì anche io, davvero, lo sento sulla pelle, lo vedo nel fumo della mia sigaretta.

Vedo i colori, sento gli odori, percepisco i suoni leggeri di una risata. E' troppo piacevole. That made my day, come si dice in italiano?
E' come se adesso il mio spirito vivesse un ricordo, un viaggio. E' qualcosa di cristallino.

Il suo sogno adesso fa parte di tante mattine in cui mi sono svegliata nel mio chalet in montagna, con il mio cane, con il sole generoso, il parquet scricchiolante, l'odore di bosco, il caffé buono, la pelle della persona che amo.

Come posso accettare di non aver mai vissuto niente di tutto ciò?

E' tutto vero, ma posso raggiungerlo solo chiudendo gli occhi.

Sono un po' triste, ma è una tristezza buona.

E' quando posso permettermi di piangere, perché tante impressioni non possono essere contenute dal mio corpo.

E allora piango.


giovedì 20 settembre 2012

FACEBOOK

Sì sì sono incoerente.
No, non è vero, solo avevo detto che lo odio. E ancora effettivamente lo disprezzo, sotto certi aspetti.
Ma ho creato esclusivamente la pagina artistica, se così si può definire.

Se mi seguite in qualche modo, se siete curiosi, o se pensate che io abbia un profilo fake e volete scoprirlo (è vero, ne ho uno, ma non lo scoprirete mai, anche perché ha un nome improbabile ed è vuoto), insomma se vi va di regalarmi un po' di supporto, ecco a voi:



NINA TORNA SU FB (più o meno)



mercoledì 19 settembre 2012

BUCLE

Giorni fa sono stata contattata da una blogger tedesca, si è molto interessata alla mia immagine e così ha deciso di dedicarmi un breve articolo.

Purtroppo è in tedesco...
Ho provato a tradurlo, ma GoogleTranslate si è rivelato un disastro. Aspetto i miei pochi contatti tedeschi per capire esattamente cosa questa signorina dice in mio proposito.

L'unica cosa che ho capito è che la geografia non è il suo forte, visto che Almaty non è per un cazzo vicina alla capitale!
Ma è probabile anche che non ci abbia capito una sega io.

Insomma, è una cosa carina, fa sempre piacere.


CLICCARE QUI PER "LEGGERE"

edit: Ho avuto una risposta al mio richiamo :D E così un utente di Deviant Art mi ha tradotto grosso modo quello che l'articolo recita:

"For the very first time I am reporting from the view of the person who acts in front of the camera, when it comes to conceptual and fashion photography. Nina Sever is a model who currently lives in Florence. She was born in Almaty, which is the cultural center of Kazakhstan, besides its capital city of Astana. Being an analog photography enthusiast herself, this technique plays a vital role in her portfolio. It includes artistic nude photography with erotic or glamorous impression – but it's never vulgar. Also, her photographs are characterized by expressive posture and fashion. She knows how to convey her emotions and how to play with her facial expression in front of the camera."

grazie a DpressedSoul  



Ah, è arrivato anche il mio nuovo composit. Foto rigorosamente scelte dall'agenzia, oh, loro lo sanno! No?
Lo trovo carino e pulito, ma non ho capito se me lo devo stampare da sola (il che sarebbe assurdo).



lunedì 17 settembre 2012

Vento e Sole

Di solito non parlo dei miei progetti da modella in questo posto, salvo qualche sfogo puramente personale riguardo all'incompetenza di persone che navigano nel mio stesso ambiente.

Mi sono trovata piuttosto noiosa, anche se uno sclero ogni tanto ci può stare.
Così ho deciso di parlare di cose belle, con magari lievi risvolti negativi in chiave ironica, per ricordare e per far vedere cosa faccio un po' più da vicino.

Per esempio è uscito il nuovo video campagna di TVSCIA, SS2013.
Io e queste due splendide stiliste abbiamo lavorato insieme per la terza volta, il che mi ha reso incredibilmente felice, per due motivi. Prima di tutto se il brand ti richiama per più di una volta, vuol dire che piaci, che lavori bene, che sei una garanzia appurata. E' una grande soddisfazione per me come modella.
In secondo luogo il fashion non è il mio ambiente, un po' per il mio aspetto fisico (tatuaggi, piercing, capelli rossi che a Firenze non tirano una sega -così mi ha detto la mia agenzia-), un po' perché mi dedico più volentieri ad altri tipi di progetti. Mentre in questo caso è un progetto che mi calza a pennello.
Con Tvscia l'impatto umano è estremo, perché fin dalla prima volta si è creato qualcosa di diverso. Sono tutti gentili, sia le ragazze che la Blend Communications (di Federico e Giorgio, che realizzano per Tvscia foto e video), sono tranquilli, ma sono organizzati e sanno cosa vogliono. Lavoriamo velocemente ma senza impazzire.
Vi assicuro che non sempre capita che lo staff di chieda se hai sete, se sei stanca e hai bisogno di una pausa, se ti piaci!

Questa volta lo shooting si è protratto per due giorni e vi dirò... è stata dura! Ma non per i ritmi lavorativi a cui tutto sommato sono abituata, ma per il caldo. Questo agosto è stato indecente.
Il primo giorno sono svenuta, il secondo mi sono ustionata la cute (unico punto non ricoperto di crema protezione 50), gli altri si sono bruciati svariate parti del corpo completamente a caso. Abbiamo sofferto, in alcuni momenti qualcuno ha pure perso la pazienza. Ma il lavoro è stato portato a termine e pochi giorni fa guardando il video quasi mi meravigliavo del fatto che nessuna tensione trapelasse dai frame di Federico.
Io mi piaccio, la musica è bella (ma io e Fede andiamo d'accordo nelle scelte musicali, non c'è che dire, potrei non fare testo), i vestiti al vento rendono... Non so, sono una serie di dettagli che hanno reso questa campagna speciale, forse più delle due precedenti, grezza la prima e particolarmente elaborata la seconda.

Mi perdo in chiacchiere. Vi lascio al video.


si può vederlo più grande e meglio qui: https://vimeo.com/49522112


prima campagna


seconda campagna



Qualcuno mi diceva sempre che il miglior modo per esaltare sé stessi è parlare di sé stessi, non degli altri. Per lo meno, non sminuendo gli altri.
Ho visto che così riesco ad arrivare molto lontano, quindi chiunque sia stato a dirmi questa cosa, se non sia stata l'esperienza stessa a portarmici, dico un grazie e vado avanti.

Continuo ad eliminare dalla mia vita conoscenze e visto che sono tutti così attaccati alle community, liberarsene è particolarmente facile. Basta un click.

sabato 15 settembre 2012

Uno Qualunque

Con un po' di ritardo arrivo ad annunciarvi che la mia nuova intervista è stata pubblicata su GQ Italia!
Questa volta ho intervistato un fotografo con cui ho scambiato giusto quattro chiacchiere in uno dei miei viaggetti a Milano, ma saranno stati trenta minuti, troppo pochi per capire chi realmente si ha di fronte.

Forse è stata la prima volta che ho espresso un pensiero fotografico in modo così esplicito, perché diciamocelo, fare le domande a chi si conosce bene è più facile. Le richieste sono più mirate, le risposte sono quasi spontanee a seconda di cosa si chiede.
Così invece mi sono esposta anche io, perché non avevo la più pallida idea di che cosa i miei quesiti avrebbero scaturito, se avrebbero infastidito l'artista o se avrebbero invece stuzzicato la sua voglia di raccontarsi.

Inoltre non ho mai posato per Romolo, ma ho sempre apprezzato molte delle sue foto. Così la proposta è partita... non ricordo da chi sinceramente, ma entrambe le parti (GQ ed io) eravamo d'accordo sulla scelta.

Il mio dubbio più atroce, ormai risolto, era capire se la scelta di fotografare solo, ma non sempre, alcune parti del corpo invece che altre fosse dettata da un feticcio o da un semplice e genuino amore per i dettagli. Dopotutto sono i dettagli a comporre una donna.

Bando alle ciance:


QUI L'INTERVISTA SU GQ


martedì 11 settembre 2012

Uomini

Io adoro gli uomini.
E una direbbe, grazie al cazzo.
No. Io adoro una certa categoria di uomini e sono quelle persone con cui riesco ad interagire apertamente, senza frasi di circostanza o giochetti stupidi che si creano nella seduzione che avviene sempre e comunque, in maniera spontanea.

Credo sia normale, siamo fatti così e dobbiamo fare i bambini no? Noi non lo ricordiamo più, ma tristemente tutto gira intorno a quello.
Ma facciamo finta di non rendercene mai conto, va bene così, perché le dinamiche che si sviluppano intorno a questo fattore riproduttivo sono meravigliose.

C'è l'amore di mezzo e a nessuno viene voglia di pensare al sesso come un catalizzatore per qualcosa di più grande e responsabile.
Insomma lo facciamo e ci piace, basta questo.

E' interessante come tutto giri intorno alla fisicità e di come la fisicità sia influenzata dal cervello, di come, anzi, dipenda totalmente dalla nostra mente.
Lasciamo perdere la famosa "na botta e via", è un gesto vuoto, almeno quanto quello di andare a fare la pipì appena svegli senza ancora ben capire che tipo di giornata ci attenda.

Io adoro gli uomini che riescono a prendermi in contropiede, che con un tono di voce mi riportano ad una riflessione che io, donna, non sarei mai arrivata a comprendere. Le donne fanno pressoché lo stesso con gli uomini. Trovo il tutto molto affascinante.
A volte mi stanco di recitare un certo ruolo ed è allora che le correzioni, le annotazioni maschili diventano sensuali e molto influenti per me.

E' una sorta di innamoramento. E' quando l'uomo mi rispetta e io rispetto lui. Quando c'è stima reciproca si rompono i cliché. Quando c'è stima, quando c'è rispetto un discorso come questo non ha più luogo: "Stai bene stasera" "Vorresti dire che di solito non sto bene?".
E altre cagate femminili che gli uomini arrivano a non tollerare più o a prendere in giro.

Ho bisogno che l'uomo che ho di fronte sia fiero di me, che mi apprezzi e che soprattutto non sia mai in competizione con me.
Non so, ma io fossi in loro non sopporterei l'idea di avere al mio fianco una figura debole e totalmente dipendente. Come faccio io ad affidare la mia vita a un essere umano che non sa nemmeno badare a sé stesso? Che mi dà sempre ragione e che ha costante paura di perdermi assecondando in questo modo ogni mia scelta.
Io uomo voglio una donna forte, che sì può avere i suoi momenti di cedimento e io sarò lì per sostenerla, ma che non si arrenda, che abbia le sue opinioni sostenute e sensate.
Io uomo voglio una donna che mi sappia sorprendere, che sappia stare al gioco perché siamo complici e che mi sappia mettere al mio posto se mi spingo troppo oltre in certe provocazioni.
La metto alla prova e lei resiste e nella resistenza si diverte e io mi innamoro. Così mi mette alla prova lei, così diventa unica e io miglioro la mia persona perché anche lei sia fiera di me, perché voglio che il tempo che le dedico sia tempo speso bene.
Una relazione è un onore da tenere alto, ce lo concediamo solo se abbiamo qualcosa da dirci, senza paure.

Se dobbiamo mandarci affanculo va bene. Io posso sbatterti la porta in faccia e so che se tornerò tu sarai ancora lì, magari arrabbiata, ma mi amerai ancora e per questo troveremo il modo di farcela, di venirci incontro senza sacrificare i nostri caratteri, la nostra indole.

E io avrò voglia di scoparti con amore, con rabbia e tu me lo lascerai fare perché sai che è la riconciliazione perfetta, che è il modo migliore di incanalare le nostre energie, di trasformarle in qualcosa di grande e soprattutto che solo noi potremo comprendere.

Io adoro gli uomini complici e mi domando se quei uomini si siano mai fatti un ragionamento simile nella propria testa, pensando a me.

Gli uomini migliori sono quelli che mi hanno mandato a cagare se ho fatto una cazzata, sono uomini che ho mandato a quel paese io. Sono uomini che nonostante tutto ci sono stati e che io ho rispettato perché avevano le loro idee e con cui non ho avuto paura di tenere un confronto.

Oh beh, sono anche state le migliori scopate della mia vita, perché ci conoscevamo bene e non avevamo paura di niente. Sono stati flussi di energia diversa, consapevole e potente.


Quanto ho sofferto prima di arrivare a capire cosa voglio da loro e cosa, soprattutto, voglio da me.



lunedì 10 settembre 2012

L'intimità

La depilazione totale mi mette ansia.
Era proprio questo a cui pensavo in questi giorni di viaggi in treno, di foto, di ricordi.

Sapete, un paio di anni fa un certo A.F., il giorno prima di uno shooting di nudo in studio, mi ha mandato un sms che era più o meno questo: "Mi raccomando rasata".
No scusa?
Rasata lo dici a tua sorella, prima di tutto. Rasata, patata, passera o scopare sono termini che uso con i miei amici, quando la grezzaggine è ben compresa e contestualizzata. Non sei nessuno. Come ti permetti?
Ma tralasciando questa uscita infelice e volgare, a cui è stato aggiunto anche un "le patate mica si mangiano con la buccia" (manco le banane mio caro, ma nessuno si permette di romperti il cazzo mi pare), quello che mi turba è come un uomo pressoché sconosciuto si permetta di dirmi come devo gestire il mio pube.

Voglio dire, va bene che quello di modella è il mio lavoro, ma chiedermi di tagliare i capelli sarebbe stato lo stesso. 
Ho il mio bel portfolio che dimostra cosa sono disposta a fare e cosa no, di che colore ho i capelli, gli occhi e anche che tipo di depilazione, nel limite del decente, ho. Perché non cerchi la modella che più aggrada le tue tendenze "artistiche"?

Ma lasciamo perdere anche questo.

Quello che mi sconvolge, e non voglio offendere le scelte di nessuno, è questo ritorno forzato alla fanciullezza.
Un mio amico l'altro giorno ha detto "cazzo, passi anni ad aspettare di vedere un po' di pelo e quello che ti trovi invece è più o meno la sensazione che proveresti di fronte alla tua sorellina nuda".
La donna, la donna adulta, ha certe caratteristiche fisiche e credo, IO credo, che vadano rispettate.
Cosa c'entra, ovvio che ho amiche che prediligono un certo tipo di depilazione, ma è una scelta intima e consapevole, che può essere questione di preferenze sessuali perfino (non venitemi a dire cagate sull'igiene, altrimenti vorrebbe dire che dovremmo andare a giro anche pelate per avere la testa più pulita), ma dal punto di vista estetico prettamente fotografico io preferisco vedere quello che una donna è, in tutto (meno le ascelle, che sono un po' troppo esposte al pubblico, giusto?).
Ma anche a livello personale a dire il vero.

Se il sesso femminile si presenta in una certa maniera, io lo accetto così, ed è bello così, è lieve, è da scoprire, è elegante.

Naturalmente non fa al caso di un bikini particolarmente sgambato, ma mi domando come certe mode siano nate, cosa abbia spinto la donna a sbarazzarsi di questa peculiarità, al di là dell'ambito fashion.

Chiedo anche agli uomini, per semplice curiosità (visto che gli uomini che frequento io la pensano come me), perché preferiscano un sesso molto più esposto.
Forse è proprio questo il punto, che il sesso di una donna completamente depilato è esposto, è subito lì, non ha ostacoli, è vero, il sesso orale è una passeggiata. Lo capisco. Ma c'è dell'altro?

Oh, io c'ho l'ansia. Ho l'ansia degli estremi. Non siamo negli anni 70, ma non abbiamo nemmeno dodici anni.


Comunque dovete vedere questo video, c'è Jake Gyllenhaal che spacca il culo!
Non è nemmeno un videoclip, è proprio un cortometraggio girato impeccabilmente.



p.s. siete belle anche senza pelo eh, le mie sono solo opinioni buttate lì, molto, molto personali, senza critiche. Mi pongo delle domande perché sono una persona curiosa.

p.p.s. anche gli uomini che si depilano le ascelle mi mettono ansia, figuriamoci il resto.




domenica 2 settembre 2012

L'autunno dell'innocenza

Sono qui seduta a bere il tè, niente caffè oggi, devo essere totalmente impazzita, ma il freddo mi fa questi scherzetti e sono bel felice di stravolgere delle abitudini che coinvolgono me soltanto.

Se si fosse trattato di un'amicizia, tipo hey ogni domenica andiamo a fare il picnic nei boschi, o yahoo oggi giornata ozio ad ascoltare musica e a darci lo smalto (benché l'ozio preveda la totale assenza di attività). O che ne so. Insomma niente di tutto ciò accade nella mia domenica, salvo rare volte in cui faccio entrare nel mio giorno sacro un'altra presenza.

Se si fosse trattato di un amicizia avrei fatto il tè per due. 
Magari prima di andare a trovare un amico in prigione per passargli un pacchetto di sigarette, o forse per andare ad ascoltare le storie di un vecchio nazista, altrimenti ci sarebbe stato un cadavere da cercare, o qualcosa del genere, ma credo anche che ci sia quella mia zia che non vedo mai, chissà che nella corsa verso l'ospedale durante le doglie non le venga mozzata la testa.

Se siete fan di Stephen King avrete capito che è di Stagioni Diverse che sto parlando. L'ho finito e sono un po' triste, la nostalgia mi sta divorando come alla fine di ogni buon libro che ti travolge con un'avventura, non importa di che tipo.
Non mi dilungherò a spiegare perché amo questo scrittore, definito dell'orrore, ma vi assicuro che certe cose sono tutt'altro che orribili. Potrei snocciolarmi in mille elogi al suo modo semplice ed immediato di descrivere uno stato d'animo e non so perché con i bambini gli riesce quasi più facilmente, perché col senno di poi si sanno definire sensazioni che i bambini già provano, ma di cui ancora non conosci i termini, né si domandano cosa esattamente siano.
Per questo amo Stagioni Diverse, perché presenta ben due racconti con i bambini, mi ricorda un po' IT e tutte quelle amicizie che io non ho mai avuto da piccola, o magari sì e ho dimenticato, proprio come i personaggi dei libri in questione.

Vi vorrei riportare delle parti del libro, senza spoilerare niente, ma se non avete voglia potete fermarvi ora.


"Era proprio di mattina che si sentiva più vulnerabile, quando il divisorio tra ciò che era veramente e ciò che potenzialmente poteva essere era più sottile che mai."

da: Un Ragazzo Sveglio


"I discorsi distruggono le funzioni dell'amore, credo - è un bel casino per uno scrittore dire una cosa del genere, penso, ma sono sicuro che è così. Se parlate per dire a una daina che non avete nessuna intenzione di farle del male, quella svanisce in un batter di coda. La parola è danno. L'amore non è quello che quei poeti del cazzo come McKuen vogliono farvi credere. L'amore ha i denti; i denti mordono; i morsi non guariscono mai. Nessuna parola, nessuna combinazione di parole, può chiudere quelle ferite d'amore. E' tutto il contrario, questo è il bello. Se quelle ferite si asciugano, le parole muoiono con loro. Credetemi pure. Io mi sono fatto una vita con le parole, e so che è così."

da: "L'autunno dell'innocenza. Il corpo"


"Spero che ti sia piaciuto, lettore; che abbiamo fatto per te quello che ogni buon racconto dovrebbe fare... farti dimenticare per un po' la realtà che ti pesa sulle spalle per trasportarti in un luogo in cui non sei mai stato. E' la magia più apprezzabile che io conosca."

da: Una parola di conclusione