mercoledì 27 giugno 2012

In apnea



Mi sono sempre domandata come fosse posare sott'acqua, ho sempre guardato foto con queste modelle fluttuanti e oniriche, belle da morire e completamente a loro agio.
Così mi sono illusa che fosse facile. Idiota.
Ho provato ieri e per poco non morivo (rido, rido).
Allora. Un paio di respiri belli grandi, quello decisivo deve essere ampio, ma prima di immergerti devi rilasciare metà della tua aria, sennò non vai giù, torni a galla subito. Insomma vai giù e ovviamente non puoi tenere il naso tappato se non vuoi sembrare una scrofa galleggiante, quindi vai sicura che ti arriverà l'acqua anche nel cervello. Insomma in qualche modo sei giù, i veli ti si stanno attorcigliando intorno al corpo impedendoti ogni movimento naturale, i capelli ti vanno in faccia quindi cominci a panicare oltre che a non riuscire a spostarli velocemente. In qualche modo ce l'hai fatta e ora devi posare come una fottuta sirenetta, come se l'aria non fosse già andata a puttane e come se la superficie non ti risucchiasse verso l'alto. 


Un disastro.


Ho provato più volte, ma insomma, mi sentivo tipo balena.
Stamattina invece mi sono detta dai, prova a non pensare a tutte queste cazzate di contorno, posa e basta e cerca di stare il più profondamente possibile più a lungo che puoi. Fanculo i capelli, i veli, l'acqua nel naso e il fatto che tendi a galleggiare. Trova il modo, per una volta che non devi posare come se fosse Hitler stesso a darti ordini. Puoi fare quello che vuoi, muoverti, pensare di essere una scimmia spaziale o una ninfa alle prime armi. Nuota lentamente sott'acqua se non riesci a posare da ferma, fai qualcosa con le mani, tendi i piedini, rilassa il viso. 


Ce l'ho fatta.
E per me significa molto. Suona stupido, ma tu forse non hai idea di quanto sia difficile. 
Significa molto per me come modella, come successo professionale, un reale incremento del portfolio. Ma soprattutto mi ha fatto raggiungere un nuovo grado di femminilità, perché quando sei lì sotto e non puoi respirare e l'unica preoccupazione è quella di non affogare, non hai modo di pensare troppo a come essere bella, quindi se poi guardandoti in foto ti trovi comunque graziosa, vuol dire che hai qualcosa di vero e di diverso rispetto alle bambole alle prese col perfetto make-up.


Ce l'ho fatta.
Non ho potuto costruire niente, né calcolarlo in alcun modo, non ho potuto fare le pose che esaltano il mio lato migliore, non ho potuto inclinare il viso perché facesse sembrare le mie espressioni più intense. Ho solo potuto affidarmi alla mia intimità, quella senza limiti, quella che viene fuori durante gli orgasmi, quella che nessun uomo capirà mai ma continuerà ad apprezzare in me in qualche modo.


Questo significa che in alcuni angoli nascosti, nelle ombre che mi inseguono, tra infinite immagini di una bellezza innaturale da fare male, c'è ancora una parte non contaminata della fotografia. E' quella per cui ho cominciato a posare, quando ci siamo io, il fotografo e la luce. 
Testa su, testa giù, via la mano, via il sorriso, gomito aperto, spalle aperte, collo tirato, espressione naturale, schiena inarcata, gambe tese........ Ma vaffanculo, o dimmi queste cose sott'acqua e vediamo che fotografo sei.



sabato 23 giugno 2012

La plastica!

Nel mio curriculum di modella continuano a succedere cose.
Giorni addietro ho posato per un catalogo di Luisa Via Roma. Nulla di entusiasmante e se avete idea di cosa sia un catalogo dovreste solo provare pietà nei miei confronti (una cinquantina di capi tra cui 80% pellicce e piumini per la stagione a venire).
Ma comunque, posso vantare di aver indossato un vestito da 15.000 € per almeno 10 minuti. Figo eh? Se ero Chiara Ferragni avrebbe anche significato qualcosa.


E INVECE oggi mi sono trovata a dare gli ultimi spiccioli a uno, non so chi, non so perché!


La cosa è andata così:
Sono seduta sul treno, salita giusto quei cinque minuti prima, in tempo per trovare un posto dignitoso e non troppo sporco. L'aria condizionata è accesa e le chiappe non mi si attaccano a quel sedile azzurrinosporcotipregolavami.
Ascolto musica in shuffle sull'i-pod e penso che non è possibile che ogni volta saltino fuori pezzi vecchi che non sopporti più o quelli nuovi che ti fanno cagare ma che hai dimenticato di rimuovere.
Contemplo le mie gambe rivestite di pantaloncini corti e penso che sia strano che per una volta non mi senta a disagio ad andare a giro con le cosce de fora. Analizzo il grado di eccitazione raggiungibile con minigonna VS pantaloncini. La gonna è easy access, per questo arrapa, ma sostanzialmente vincono i pantaloncini, perché è come stare in mutande un po' più coprenti e se hai levato le mutande è fatta, l'hai conquistata.
Mentre penso alla comodità delle mutande in casa, d'estate, quando sono sola e non vengono vista come una signorina tu mi turbi, mi si disegna di fronte un uomo, o almeno credo sia un essere umano. Un puzzo incredibile mi investe, mi stordisce e mi fa sentire sporca. Cos'è? Chi è? Un mendicante che sta cercando di dire qualcosa a dieci centimetri dalla mia faccia. Voglio morire. Mi chiede un euro perché, povero scemo (parole sue), ha perso il biglietto. Mi porge la mano mutilata in segno di saluto e insiste minacciando di buttarsi sotto al treno. Io penso no merda non ti buttare che non si parte più. Apro il portafogli, vuoto, gli smollo in mano qualcosa come 50 centesimi in pezzi da 5 e lui ha anche la faccia tosta di chiedermi se non ho altro. Io gli faccio fare l'ispezione del portafogli e lui capisce che non c'è più trippa per gatti.


Io penso. Ti vuoi buttare sotto al treno per un euro, quando la totale assenza di soldi e la completa dipendenza dalle droghe ti ha portato a umiliarti di fronte a me, povera, in queste condizioni, sporco, sfacciato e senza speranza.
Io avrei pensato di buttarmi sotto al treno per questo, semmai, ma mi rendo conto che AH beata ignoranza.


Ma bando alle ciance!
Sono su Gloss Magazine di giugno-luglio 2012 e il titolo dell'editoriale è Precious Plastic. Penso che Hoggle, lo gnomo di Labyrinth, avrebbe apprezzato.
E continuerò a spammarlo come se non ci fosse un domani, per l'impegno che ci ho messo, per un'amicizia in cui credevo e per rendere onore a qualcosa di bello nonostante la merda che affligge il mondo della moda. E poi perché credo che a 23 anni si è un po' grandicelli per le frecciatine, figuriamoci oltre.






>>>QUI EDITORIALE COMPLETO<<< da pagina 16



venerdì 22 giugno 2012

Irreversibile | spoiler

Ho provato a guardare Irreversible, di Noé.
Tra crampi dall'ansia e conati di vomito ho pensato che sarebbe rimasto lì.
Invece è come quando cadi dalla bicicletta, devi immediatamente esorcizzare la paura, sennò forse non salirai mai più in sella.


Insomma oggi l'ho messo su e chiudendo prima un occhio poi un altro, poi aggrottando le sopracciglia, poi mettendo le mani di fronte la bocca e poi ripensando immediatamente ai miei rapporti sessuali, sono riuscita a superare quella maledetta scena.
Perché dici ho pensato al mio passato? Non è questione di violenza, è questione di come un gesto passionale e di amore possa trasformarsi in un atto boh, non lo so... gli animali non fanno queste cose.
Quindi ho pensato alle sensazioni che provo io durante il sesso e non coincidevano affatto con quelle grida, quei affanni irrispettosi e non lo so... inconcepibili.
Cristo, voglio dire, è bello anche farsi del male, tutto è lecito purché si è tutti d'accordo.
I film in cui trovo della violenza sessuale mi confondono, perché vedo le solite cose che faccio io, che vengono fatte a me, quando provo piacere, quando accolgo l'uomo ed è sempre la cosa più naturale del mondo, qui invece la bocca dello stomaco si chiude, la gola si stringe...
Come spiegartelo. E' quasi eccitante, perché non ci si può fare niente, è incontrollabile, perché lo ricolleghi al sesso sano, ma i tuoi occhi dicono al cervello che quello non è sesso, quello è inferno e allora vai di fuori, stai malissimo perché non capisci più una sega.


Lasciamo perdere l'errore ok? Per un attimo lasciamo perdere il fatto che sappiamo che lo stupro sia una cosa sbagliata, a livello di società, di gesto umano consapevole. Ecco. Cancellato.
Io, donna o uomo, ho fatto sesso finora, come meglio ho creduto, come più mi è piaciuto.
Adesso vedo una scena di abuso sessuale. Cosa vedo? Un uomo che scopa una donna, ok? Quello è! Vedo che lui si eccita nel vederla, vedo lei che si divincola e penso che a volte lo faccio io per giocare. E poi la vedo piangere, resistere, sanguinare persino.


Cosa cazzo sta succedendo?


E' proprio questo che mi porta a pensare che di animale nello stupro non ci sia niente, è qualcosa che va oltre, è qualcosa di malvagio e ultraterreno. Perché non è il mio livello sociale che mi fa rendere conto che ci sia qualcosa di sinistro, ma è la mia indole animale, istintiva. Gli animali sono puri, quello che ho visto io è il diavolo.




Ma per il resto...
Pensavo il film mi avrebbe lasciata in un gomitolo di nervi, senza appetito, angosciata.
Ma no, dopo è andata meglio. Perché seppur sulla linea temporale è accaduto prima, ho visto dell'amore dopo quella scena atroce. Ho visto l'intimità di una donna inviolata, ma semplicemente esplorata da un uomo. 
Esisto finale? Il film mi è piaciuto.





mercoledì 20 giugno 2012

in memoria di una Zanzara

Questa troia mi sta ronzando intorno da ore ed è intelligente, ricettiva, attenta, conosce le mie abitudini ormai, mi spia. Non è più solo questione di nutrirsi, di sopravvivere, di andare avanti da zanzara dignitosa, ma è sadismo puro. Si diverte ad avvicinarsi alle mie orecchie senza poi succhiarmi il sangue. E' solo per mettermi un po' di ansia, di nervosismo, perché sa che sono una persona instabile e che odio questi procedimenti inutili. Questo ronzio è pura burocrazia.




Allora zanzara! Cosa vogliamo fare? Io ti sto offrendo il mio sangue e tu mi vuoi succhiare via anche l'anima, la pazienza, vuoi essere presente nella mia vita anche di giorno, quando invece io voglio accanto gli uccellini, le formiche, qualche essere umano.
Ti intrufoli tra le lenzuola, mi sfiori la pelle senza averne alcun diritto. Il tuo è un amore a senso unico, altrimenti conosciuto come molestia aggressiva. Ma lo sai che se fossi stata della mia stessa specie ti avrei potuto denunciare?


Non puoi nutrirti di me in silenzio? Senza queste inutili pretese da donna isterica. Goditi l'attimo in cui una valanga di globuli e piastrine investe i tuoi sensi.
Ah che bastarda. Mi domando perché esisti in natura e perché tu abbia perso la tua genuinità, quando facevi i tuoi comodi e non rompevi più i coglioni.


Non è che forse tu, mia acerrima amica, compagna della notte e incontrollabile prurito sulla gamba, sei fuggita dall'Inferno? Non sei tu un angelo della morte trasformato in creatura infima e parassita per punizione? Perché tutto questo rancore? Non è col sangue che placherai la tua ira, non è cambiando la tua più intima e silenziosa natura che tornerai tra le braccia di Lucifero.
Troppa sete per una creatura così piccola, ecco perché ho la sensazione che quella silhouehette contro l'abajour abbia qualcosa da raccontare.


E' che non posso perdermi dietro alle storie di tutti quelli che mi rompono il cazzo. 
Anche gli umani talvolta non capiscono quando sia ora di andare, ma visto che uccidere è reato penale e visto che tal reato non comprende zanzare, ti aggiungerò alla costellazione dei tuoi simili, proprio lì sul muro.
R.I.P. 
Ancora confondo il tuo ronzio con il suono lontano di un'ambulanza, o di una moto, o di un bambino che frigna... ma non mi manchi. Non ancora.




Non c'è niente di poetico nell'estate, oh... io c'ho provato.




martedì 19 giugno 2012

Ansia

E' di nuovo estate.
Io già non ne posso più, ma non è per il caldo, è per il modo sterile in cui questa stagione scandisce il tempo.
Certo che ho bei ricordi di giornate spese al sole, ma sono decisamente più fortunata in Autunno e in Autunno piaccio di più. Soprattutto piaccio di più a me stessa.


Però il mio alberello in giardino continua a sputare albicocche, sempre più morbide e zucherine, sempre più vivide. 
Le albicocche mi mettono pace, perché non cambiano mai, anno dopo anno sono lì. Stesso sapore, stesso colore, stesse sensazioni tra le mani. Penserai che dopotutto tutti i frutti possono dare quella sicurezza nel tempo, ma non è vero, ognuno ha il suo. Non serve mangiarlo, è sufficiente sentirne l'odore.


Ed è mangiando un'albicocca che ho scoperto che non ho bisogno che le cose intorno a me cambino, ho bisogno di un'intima e profonda evoluzione personale.
Se cambio io, cambia il mondo che mi circonda, almeno a sprazzi. 
Oggi persino le albicocche più mature non hanno del tutto assorbito la mia ansia.


Ho pensato che oggi mi piacerebbe addormentarmi con almeno una sicurezza nella mia vita. Ma non so niente! E non ho la più pallida idea di che fine farò, o di che fine esattamente voglio fare. So solo chi è mia madre e cos'ha fatto per me, so chi è mio padre e oggi non so per quale motivo ne ho sentito l'odore su una mia maglia.
Davvero sono composta di loro due? Ma allora sono una fotocopia della fotocopia della fotocopia, fino a risalire al mio primissimo antenato!
Non ho un sangue proprio, né un colore della pelle unico, qualche peculiarità fisica che non fosse derivata dall'unione tra i miei genitori.


Allora cosa sono io?
Cosa sono io ai miei occhi? Come posso affermarmi come individuo e quindi bramare la felicità se non sono che una proiezione tangibile di mia madre e di mio padre?
Ma sai cosa penso anche? Che dopotutto si sono amati e l'amore è talmente imprevedibile e sempre diverso, che sicuramente in me esisterà qualcosa di unico che nemmeno la Natura ha saputo prevedere.


Se non vivo la mia vita con Amore allora, non dovrei vivere affatto, perché sarei solo uno spermatozoo particolarmente fortunato.
Devo avere rispetto di me, stima di me, perché ci deve essere qualcosa di irriproducibile in me. C'è un posto anche per me in questo Universo, devo solo capire definitivamente quale sia il mio compito e dopo portarlo avanti con orgoglio.






Nina e il Romanticismo.
Mi piacerebbe un giorno spiegare quel movimento in questo modo ai miei figli.
A scuola ridicolizzano i Romantici con questa frase: "Credevano che ogni individuo fosse unico ed irripetibile". Poveri scemi eh.



domenica 17 giugno 2012

Если где то в чужой, неспокойной ночи

Если где-то в чужой незнакомой ночи
Ты споткнулся и ходишь по краю,

Не таись, не молчи, до меня докричи -

Я твой голос услышу, узнаю.

Может, с пулей в груди ты лежишь в спелой ржи?

Потерпи - я спешу, и усталости ноги не чуют.

Мы вернемся туда, где и воздух и травы врачуют,

Только ты не умри, только кровь удержи.

Если ж конь под тобой, ты домчи, доскачи -

Конь дорогу отыщет буланый

В те края, где всегда бьют живые ключи,

И они исцелят твои раны.

Где ты, друг,- взаперти или в долгом пути,

На развилках каких, перепутиях и перекрестках?!

Может быть, ты устал, приуныл,

Заблудился в трех соснах

И не можешь обратно дорогу найти?..

Здесь такой чистоты из-под снега ручьи,

Не найдешь, не придумаешь краше.

Здесь цветы, и кусты, и деревья - ничьи,

Стоит нам захотеть - будут наши.

Если трудно идешь, по колено в грязи

Да по острым камням, босиком по воде по студеной,

Пропыленный, обветренный, дымный, огнем опаленный,

Хоть какой доберись, добреди, доползи.

venerdì 15 giugno 2012

Preghiamo i gentili clienti di non toccare

Quei film in cui il corteggiamento è talmente lungo da farti vibrare a ogni piccolo gesto.
Quando ti sei totalmente fottuto il cervello, ma è come se il corpo non fosse ancora in grado di accogliere questa cosa, perché se la mente è capace di trattenersi, ci sono cose che nel nostro organismo non possiamo gestire. 
Ho sempre avuto paura di mostrarmi così come sono e allora il sesso spesso mi ha spaventato.
I miei amici mi prendono in giro perché ne parlo spesso e piuttosto apertamente, ma continuo a sostenere che meno se ne parla più se ne fa.
E' per esorcizzare i miei blocchi, è per tenere ben presente ciò che sono, ciò che posso e non posso fare.

Ho mentito. Non ho amici, sennò non sarei presa continuamente in giro da persone sempre pronte ad abbracciarmi nelle disgrazie, ma invisibili quando ho bisogno di sostegno nelle mie gioie.
No beh, c'è L. che si fa delle grandi risate perché tendo a romanzare le mie disavventure. Ma mi vuole bene così, incontinente. E' un amore incondizionato. 
E c'è N. che nonostante mi stia conoscendo sempre di più, non so perché, ancora non si è fatto delle strane idee. O forse sì? O forse alcune mie stranezze non sono necessariamente un male.

A. diceva sempre che soffrivo perché non mi accettavo, non per il mio modo di essere.
Ora posso dire che soffrivo perché non mi accettavano gli altri.
Ora sostanzialmente me ne sbatto, ecco perché, ripeto, non ho amici. Eppure negli anni qualcuno mi ha amato per come sono ed è qualcosa che non dimenticherò mai. E' la linfa vitale della mia autostima.

Mah... sostanzialmente questo post non si riferisce a nessuno. Leviamocelo subito dalla testa. Ho solo bisogno di scrivere senza essere giudicata. Mi piace quando mi arrivano le mail in cui i lettori esprimono le proprie opinioni, mentre i giudizi sgarbati e presuntuosi sono qualcosa che nemmeno più mi irrita. Mi sono cascate le palle nella vita precedente, ecco perché sono una donna con, talvolta, reazioni un po' maschili.

Allo stesso tempo sono fragile e lo odio e negli anni ho cercato di eliminare questa emotività spropositata che ha rovinato tutto e tutti sul mio cammino. E' perché non la so gestire, non la so incanalare. Sarebbe così bello lasciarsi andare. Ma da bambina mi davano di frignona, ora invece gli uomini pensano io utilizzi questa cosa per ottenere qualcosa, come se qualcosa mi potessero dare. 
Piangere non serve a niente, ma dove potrei altrimenti mettere tutto questo mondo che non mi appartiene e che si accumula dentro di me?

Un'altra cosa che non ho capito. Perché gli esseri umani si vogliono necessariamente scopare tutto quello che gli affascina. Il fiore va colto, la donna va penetrata, un quadro va toccato, un gatto va accarezzato, un vestito va provato. Che palle, qualcuno si è mai soffermato ad osservare?
Capisco la gelosia di A. di anni fa. Era solo un gesto amichevole e protettivo nei miei confronti.
"Non è perché sono geloso, è perché mi preoccupo, perché gli altri non guardano oltre, non vedono l'ora di sciuparti".

You can – you can be with somebody you like to be with and just touch their cheek or hold their hand
and it's the most beautiful thing in the world. You don't need sex when you're on that state.
Because... because you're so satisfied with just holding hands that going...
Going for more than – than that isn't beautiful anymore.

mercoledì 13 giugno 2012

Il centro del mondo

Mi ricordo Sara.
Sara era la tipica ragazza che si aggiustava l'assorbente in classe quando nessuno la guardava.
Quando Sara ha scoperto che mi piacevano anche le donne ha fatto un passo indietro e ha detto qualcosa tipo "oh dio, mi devo sentire minacciata?"

Ora. Non è che gli etero si saltano addosso tra di loro (salvo rari casi volontari o involontari), perché i bisessuali o i gay dovrebbero farlo?

Ma non avevo voglia di spiegare queste cose a Sara e le ho detto semplicemente che se fossi stata un uomo piuttosto me lo segavo, però poi le ho confermato la mia posizione di donnina educata e le ho detto che aveva il culo basso e brutte gambe e che quindi non era assolutamente il mio tipo.

Poi non so, FORSE gli uomini col preservativo si salvano in casi di scarsa igiene (bisogne essere guerrieri di questi tempi), le donne no. 


Che merda la scuola.
Ci tornerei solo sotto forma di insegnante d'inglese molto sexy, per pronunciare "six" in maniera ambigua.



scherzo. 



martedì 12 giugno 2012

Gli uomini non guardano solo le tette

Mi fa un po' ridere come titolo, ma è quello che GQItalia ha dato alla mia breve risposta a Catherine nel dibattito tra curve e... me.

GQItalia Nina Sever

Beh tutto sommato è vero. Gli uomini non guardano solo le tette, guardano anche il culo, i fianchi, le gambe (uh le gambe, anche io guardo le gambe), le caviglie, la schiena, le spalle, il collo e altre parti FONDAMENTALI in una donna. Non è questione di quanto siamo magre, ma di come riusciamo a rendere tutto armonioso nel nostro portamento.
Prendete una Belen, donna bellissima, con un corpo perfetto, ma col cervello di una gallina che la rende volgare e sminuisce ogni suo gesto.


Io odio chi mi dice che sono troppo magra e odio quando qualcuno si azzarda a dire che con qualche chilo in più starei meglio.
No, allora, aggiungi un po' di materia al tuo cervello e poi permettiti di dire come starei meglio o peggio.
Ma chi sono gli uomini per dirci come stiamo meglio?
Intanto dovrebbero pensare un po' a loro stessi, mentre noi dovremmo fare pace con alcuni nostri complessi (causati da infiniti fattori).


Ma non sempre è così. Ci sono quelli che si innamorano di un nostro dettaglio e poi cominciano ad amare tutto di noi.


Io amo il corpo tonico, bellissime gambe, pancia piatta e seno piccolo. 
Qualcuno ama un seno prosperoso, pancia morbida, qualche curva in più.
Che cavolo cambia quando c'è feeling e quando di fronte a noi troviamo una persona meravigliosa?


Ho ancora speranza nel genere maschile (e quello femminile).



lunedì 11 giugno 2012

Pioggia

Ah! Sono le 5 di mattina.
Torniamo ai vecchi ritmi eh signorina Sever.


Fame notturna, voglia di bere, sonno automatico alla vista di un libro (si vede non è periodo), musica come se piovesse e ... eh?
Ma lo conoscete questo?
Rainy Mood

Prima fuori pioveva, ne sono certa, è un suono inconfondibile, quello che al telefono scambi con il rumore di frittura aggressiva.
Ho sperato in un diluvio universale e subito la mia richiesta è stata inoltrata alla Telecom. Nessuna risposta positiva.
Ma ormai ero in quel limbo bagnaticcio in cui senti il cervello fare ciaf ciaf, quando ogni onomatopea produce un sospiro e la prospettiva di svegliarsi in uno chalet la mattina dopo non sembra più essere così impossibile. Quindi Rainy Mood mi ha di nuovo salvato dalla realtà e sembra che le gocce cadano davvero fuori dalla finestra (rigorosamente chiusa, anche se all'alba le zanzare se ne vanno un po' a puttane), ho pure spostato le casse.


Sì, è una cosa davvero nerd da fare.


Ogni tanto arriva qualche tuono e infiniti pensieri invadono la mia mente. 
Affiorano anche diversi ricordi e fanno male, ma sono belli se dosati, se non si hanno rimpianti.
Fate tutto quello che volete e se avete paura di avere rimpianti la mattina dopo, andate a letto tardi.


Dove cazzo è finito tutto il mio coraggio?


E me ne starò ancora un po' qui, con questa felpa dall'odore ormai sbiadito, ma che galleggia nei meandri del mio cervello allagato. Quindi va bene.
Fumerò pure. C'è del tabacco lì, non è troppo secco.


Non ho più comprato le sigarette, ma ne ho così tanto bisogno! 
Perché i dettagli di una vita sono racchiusi in quello spazio che la sigaretta percorre fino alle labbra.



domenica 10 giugno 2012

Deserto

Secondo il calendario cinese, il 2012 è l'anno del dragone.
E' il mio anno.
E spero sia l'ultimo, spero che mai più le divinità mi regalino un anno tutto mio.


Non ho più soldi, non faccio la spesa da mesi (salvo il minimo necessario per non morire di fame) e la gente pretende che io lavori per la gloria, che io indossi i loro costosissimi vestiti perché possano farli vedere nei cataloghi e venderli e mangiare e dar da mangiare ai loro figli. Io non ho soldi nemmeno per prendere cibo al mio gatto, povera bestia. Avessi saputo prima l'avrei lasciata in autostrada, che sicuro offre più possibilità di felicità della casa in cui vivo.


Non tornerò da mia madre. Non merita tanto male. A 23 anni stare sulle spalle dei genitori è per me imbarazzante! In Italia si è invece sempre troppo piccoli per lasciare casa, ecco perché vanno avanti i vecchi e mandano questo paese sempre più a fondo. 


Non posso nemmeno dire che se avessi saputo prima che in Italia i tatuaggi sono sinonimo di disoccupazione nel mondo della fotografia, della moda in particolar modo, avrei evitato. Ma no cazzo, c'è chi si circoncide, c'è chi si rifà le tette e c'è chi si tatua, come me. Perché loro possono esprimere la loro persona in questi modi dal dubbio gusto estetico e io no? 
Ieri ho conosciuto una ragazza incredibile, una modella coi controcazzi. Bella, brava, spontanea, mi ha fatto sentire a casa sul set, giuro. Questa aveva i dermal un po' qua e là, altri piercing e un'incredibile voglia di tutuaggi: "eh ma la mia agenzia mi fa il culo".
Allora, agenzia, meglio un bel tatuaggio che una faccia di culo monoespressiva. 


Che palle.


Vabbè, ok, ogni campo vuole la sua parte fisica. 
I tatuaggi nel fashion, in Italia e in Francia, no. Ok, me ne faccio una ragione.
Poi... proposte di posare per genere fotografico nudo, per ricerca personale del fotografo, per il suo ampliamento del portfolio e altre cagate. Allora, non me la voglio tirare, ma ora lo faccio, IO ho un portfolio dignitoso, ampio, di qualità e non ho bisogno di foto nuove. Ok? Quindi se vuoi il mio bel culo under your lights nel tuo obiettivo, mi devi pagare, perché non sei mio amico, perché non hai la priorità che possa avere una persona a cui mi faccio vedere nuda volentieri. Non è questione di professionalità o disinibizione. Posso andare nuda a giro per piazza della Signoria, non me ne frega niente, ma se il mio corpo ti diventa utile in quel modo, se la mia esperienza può aiutarti a crescere perché poi tu diventi un bravo fotografo, non vedo perché io debba dedicarti gratuitamente il mio tempo. 
E poi perché gli sposi ti pagano perché tu faccia loro il book del matrimonio e tu non paghi me perché ti faccio il book del nudo?
Non mi fraintendere, ci sono molte cose che sto ancora imparando e non chiedo un soldo per quelle. Ma quello di modella è il mio lavoro, ficcatelo in testa. Lo so fare, lo so fare bene e se pensi io stia esagerando guarda il mio portfolio, o vai a fotografare fiori.
Poi arriva il moralista di turno a dire che posare nude per soldi è come andare a prostitute. E ALLORA VAI A PROSTITUTE e non rompere il cazzo a me. Fotografa tua sorella, tua madre, la tua fidanzata.


Tutto questo non ha niente a che vedere con l'arte, con due persone che si guardano e decidono di creare qualcosa insieme. "Eh ma per lui tette si e per me no". Sì, per lui tette si e per te no, sono mie e me le faccio fotografare da chi mi pare. 


Poi beh, ci sono i porci che pur di vedere un filo di passera sono disposti a pagare una modella scarsa più di una signora meretrice. E io penso che piuttosto me ne sto qua, con un'uscita il weekend in meno, ma con la dignità ancora al posto giusto.


A forza di scartare fotografi perché arroganti, perché si comportano come se tutto al mondo fosse loro dovuto (sìsì, anche le modelle lo fanno, ma non è di loro che sto parlando), mi sono ritrovata senza un lavoro. 


Dio ragazzi. Io leggo di voi che su twitter scrivete che un paio di scarpe vi sono costate solo 50 euro e io penso che con quei 50 euro mi facevo la spesa per un mese. Vi lamentate perché un bene di lusso vi è stato recapitato con ritardo e io penso che non ho soldi per andare al mare una volta di troppo.


Ma al di là della mia sfiga fotonica, del fatto che in Italia di arte non si vive, del fatto che non sono capace di fare un lavoro di commessa (che mi sa, mi tocca) o di cameriera o di barista o checcazzoneso, rimango basita dalla superficialità con cui talvolta parlate delle cose, come se tutto fosse semplice, come se tutti avessero un bel conto in banca, come se senza soldi non fosse possibile fare niente.
E io ho smesso di uscire con voi anche per questo, perché una passeggiata nel bosco vi annoia e perché io non ho soldi per andare a bere ogni sera.







giovedì 7 giugno 2012

Realtà

Guardo spesso questa scena e giorno dopo giorno mi rendo conto di essere una donna come le altre, per me, per te... Lo sono sempre stata e lo sarò sempre, perché è nella mia natura. 
A volte però... guardandomi allo specchio mi vedo con occhi diversi. Questa visione è la mia speranza, la differenza che si riflette negli occhi di qualcun altro.
Un riflesso ormai distorto. Non nego sia colpa mia, solo non sapevo di valere così tanto. 
Solo non sapevo di quanto valesse tutto quanto.



Ah... che persona tragica che sono. Eppure ieri un uomo sconosciuto mi diceva che non conosco la parte romantica della vita. Che arroganza. Cosa ne sa lui del Romanticismo? Vita passata sui libri d'arte e ad osservare le opere altrui. Ma ha vissuto mai una sua tragedia? Ha mai creato qualcosa? 
Si è sentito quasi offeso perché non mi piace Michelangelo, se non il suo ultimo sprazzo di vita. Mi ha insultato dicendomi che probabilmente non conosco il simbolismo che vi sta dietro. 
Oh che offesa! Sono abituata a sviscerare tutto al costo di trovare dentro cose che non mi piacciono.
Non riesco a lasciarlo fare agli altri.
Oh perché... perché... chi lo sa perché. Forse bisogna lasciare tempo al tempo o forse se non ricevo schiaffi molto forti non riesco a distogliere lo sguardo dallo specchio.
Ne ho ricevuti pochi e sono rimasta immatura, infantile, alla ricerca di una punizione che nessuno a tempo debito mi ha dato.

Come ho potuto illudermi di creare complicità con qualcuno a cui potessi dare tutto, anche la vita, ma a cui non lasciassi fare altrettanto?

A. diceva sempre che si è spesso trovato a fare cazzate perché non si fidava della gente, perché si affezionava troppo e aveva paura di venire ferito (come se qualcuno, salvo appunto i nostri amici Romantici, fosse mai morto di amore! No aspetta, c'erano Romeo e Giulietta e se fosse esistito facebook forse si sarebbero uccisi ancor prima, tra di loro). Le cazzate consistevano nel rendersi insopportabile, senza averne granché coscienza, uno stupido meccanismo di difesa per vedere se qualcuno lo amava davvero, nonostante tutto.

Ah, caro mio A., col tempo anche tu hai capito che l'amore incondizionato è sulla riva opposta del fiume.

Quando lo capirò anche io?
Quando sarà troppo tardi.







Zombie

Stamattina, per l'ennesima volta nella mia vita, ho sognato un'invasione zombie.
Viene un po' da ridere forse, ma chi, come me, non aspetta altro, sa quanto sia piacevole.
Non sono invasata con gli zombie in ogni loro forma e ad Halloween non mi cospargo di sangue color lampone e di quel verdolino psychobilly per portare fiera il mio orgoglio da non morta.
Semplicemente mi affascina l'idea dell'umanità che se ne va a puttane, degli oggetti inutili che vengono dimenticati, dei soldi che perdono valore, della necessità di sopravvivere aggrappandosi a qualsiasi cosa.


Sì, c'è anche il lato cazzone che ogni volta che sono in un centro commerciale mi porta a pensare quanto figo sarebbe poter vivere lì dentro usufruendo di ogni cosa, con il rumore di ringhi là fuori.
Tutti noi non aspettiamo altro perché così possiamo sfogare la nostra rabbia piantando mazze e coltelli nella testa di gente marcia sconosciuta, ma se di fronte a noi ci fosse qualcuno che amiamo? Nei film dicono sempre "non è più lei! spara! spara!!" e lui non spara. E noi siamo lì incazzati, rannicchiati in pose improbabili sul divano ormai cosparso di pop corn, che urliamo "dai cazzo spara!". Ma che aspetta a sparare alla donna che sperava diventasse la madre dei suoi figli? Perché non uccide quella che è la goccia della sua essenza, unione tra lui e la donna che ha ospitato una parte di lui all'interno di sé per nove mesi? Perché non pianta un bel paletto tra quei occhi che lo hanno guardato innumerevoli volte cambiando espressione, cambiando l'andamento della giornata... ?




SPOILER - The Walking Dead S02


Proprio questi pensieri mi hanno fatto apprezzare la seconda stagione di The Walking Dead. Mi sono mangiata la serie in una notte e alla fine sono stata malissimo. 
Tutte le puntate sono impostate in maniera più umana che mai. Il segreto nel granaio, la ricerca della bambina, il rischio di morire indipendentemente dagli zombie. La totale mancanza di solidarietà tra i propri simili VIVI, la passione e la necessità di esprimerla in maniera fisica, le gelosie, la gravità di una gravidanza (mi sono sempre domandata se ci fosse un nesso tra queste due parole ahah) in una situazione del genere.
Tutto molto umano, nel bene e nel male. 
Gli zombie sono diventati un pretesto per parlare di sentimenti (e per vedere quel figo di Norman Reedus con la balestra).




SPOILER - The Road


Un altro film che mi ha colpito da quel punto di vista.
Non nasconderò che il dvd è capitato sotto le mie mani per puro caso e la cosa che maggiormente ha stuzzicato la mia curiosità è stato Viggo Mortensen (ma quanto lo amo? ma quanto è sexy? ma quanto è bravo?)... no beh, pure Charlize Theron fa la sua porca figura.
Comunque, subito dopo il monologo introduttivo e subito dopo aver identificato la fotografia (marrone, grigio, verde, nero, giallo, fine.) mi sono immersa nel film con tutta me stessa e ogni cambio di inquadratura è stato un buon pretesto per piangere.
Se in The Walkking Dead salvo un paio di situazioni c'è grande dimostrazione di umanità, in The Road abbiamo tutto l'opposto. 
Se non per i due protagonisti, vige la totale assenza di sentimenti, c'è solo quest'aria malvagia che avvolge ogni personaggio, il paesaggio, i dettagli. La paura è la vera protagonista: "il cannibalismo è la grande paura".
Il cannibalismo appunto e la scena in cui l'uomo di colore viene completamente denudato e lasciato a morire al freddo, almeno inizialmente, è l'essenza della paura e dell'assenza di umanità. Mi ha fatto riflettere parecchio. C'è chi si rintana in casa e twitta tramite l'iphon quanto gli dispiace, c'è chi prende il possibile e va ad aiutare gli sfollati nelle zone terremotate. 
Ma c'è sempre una speranza e non so perché, come in Schindler's List con la scena del cappotto rosso, è rappresentata con un bambino. 
Non scorderò mai Robert Duvall (quando si dice la bellezza non ha età) che, mezzo cieco, affaticato e con quei occhi così espressivi illuminati dal fuoco, dice che viaggiare con l'ultimo degli dei in un mondo come quello è pericolosissimo.
Non ci scordiamo di Figli Degli Uomini (e di quel cazzo di piano sequenza pazzesco) e dell'importanza di un neonato, della vita e allo stesso tempo del pericolo che porta con sé.


E i dettagli. Quando ogni singola cosa non solo diventata fonte di felicità e stupore, ma di vita, quando anche solo un insetto può essere indispensabile, fondamentale, meraviglioso. Quando una lattina di coca-cola ti fa capire che vivi in un mondo di merda. Quando lavarsi con l'acqua calda è un lusso e quando sentir abbaiare un cane non è più fonte di fastidio.






Ma io spero che possiamo fare a meno di un'apocalisse zombie per ricordare che siamo esseri umani, che siamo tutti sulla stessa barca e che stiamo devastando l'unica cosa che non ha fretta e ci osserva morire: la Natura.





mercoledì 6 giugno 2012

Stimoli

In questi giorni non mangio molto, anzi, quando sono da sola non mangio affatto. Bevo un sacco (acqua, anche se oggi inaspettatamente ho bevuto uno spritz all'ora di PRANZO), fumo, ogni tanto apro il frigorifero ma subito lo richiudo. Mi domando semplicemente dove sia finito il mio stimolo della fame!
Capita di non avere molto appetito, specie con l'arrivo del caldo, ma a volte basta un piccolo pensiero di qualcosa che ti piace molto e la salivazione si attiva e il tuo corpo ti costringe a metterti in moto per nutrirti.
Io sono spenta. Quasi mi preoccupo, però poi arrivano le persone e mi trovo a mangiare e a parlare e a fare progetti per il futuro.

E' come non avere stimoli sessuali da soli, non volersi toccare, è molto frustrante, vuol dire che non vai d'accordo con TE. Sei TU il problema. Perché poi con gli altri va tutto bene, funziona, sei vivo, ti ecciti e quasi riesci ad offuscare quella sgradevole sensazione di allarme. Sai, quella tensione sopra lo stomaco, quella cosa che pulsa e ti fa stringere la gola, quel peso nella testa che ti comprime il cervello, come se fosse un tumore. Allora piangi, per far uscire un po' di quella merda.

I famosissimi attacchi di panico.

Niente di eccezionale, o di così drammatico, solo il corpo che si sta ribellando a qualcosa. Quando scopri di cosa si tratta, ti lasci andare a tutte le tue paure, blocchi il respiro per qualche interminabile secondo, chiudi gli occhi, muori per poi rinascere tra lacrime, proprio come la prima volta, inconsapevole del mondo circostante. Dopo un attacco di panico, quando arriva quella quiete dopo la tempesta, è tutto più puro. Ora lo sai. Ora hai scaricato lo stress. Agisci, non lasciarti più prendere da queste cose indegne.
Ma non perché c'è chi sta peggio e perché tu sei fortunato, ma perché è la tua vita e hai il dovere di viverla al meglio solo per esaltare quella sensazione di pace cosmica che talvolta sfiori con le dita. Lo devi fare per TE, perché tu sei egoista, perché noi tutti siamo egoisti e lo devi fare per il PIACERE, perché se questo cazzo di Universo è ancora in piedi è grazie al piacere, alla passione.

Non dipendere da nessuno, ma qualche volta lasciati andare. Non parlare troppo, perché le persone con cui stai bene non hanno bisogno di tante parole, hanno solo bisogno, come te, di essere ascoltate, anche a piccole dosi, anche senza aprire bocca.

E soprattutto toccati tanto, senza guardare i porno di cattivo gusto che distruggono ogni briciolo di fantasia che può farti avere quei orgasmi che SOLO TU saprai procurarti.
Toccati con passione e non aver paura di pensare a qualsiasi cosa, di questi tempi è l'unica cosa libera che ci rimane. 
Fai l'amore senza vederne troppo la fine, hai la possibilità di eliminare tempo e spazio, perché limitarsi alla concezione grottesca e definitiva della cosa più bella che la Natura ci abbia donato?
E soprattutto, vaffanculo i vicini quando vieni, potrebbe essere la tua ultima volta; perché i vicini che si lamentano sono i vicini che non trombano.



A me queste cose non sono mai state dette, ma almeno mi sono fatta una mia concezione indipendente di quello che è ... di quello che è cosa?.
Adesso devo solo crederci.


lunedì 4 giugno 2012

FUCK THIS SHIT


quanto è bello scriverlo?
fottiti anche tu.








Scissione

A nove anni, per andare a trovare mio padre, sono stata scaricata su un aereo che doveva sorvolare per circa otto ore la superficie terreste nella direzione Sud Est asiatico. Altre quattro ore nell'attesa della coincidenza a Londra. Un totale di dodici ore per una bambina che tutto sommato non conosce la definizione di famiglia. Fattibilissimo.
A parte la noia e l'abuso di coca-cola in aereo, è andato tutto bene e non scorderò mai la sensazione che ho provato nell'abbracciare mio padre. E' molto simile a come mi sento adesso, ma al contrario, se quella volta mi sono sentita rinascere con quante più energie esistessero nell'universo, adesso voglio morire con quanto più dolore esista qui sulla Terra.


Sul secondo aereo, ad una quota di 10 000 metri circa, guardando fuori dall'oblò mi sono resa conto di essere perfettamente a metà tra mia madre, in Italia e mio padre, in KZ. Ho realizzato di essere da qualche parte nel cielo, completamente sola, per sempre.
Col senno di poi dopo quel viaggio non avrei fatto molte delle mie scelte e probabilmente sarei qui a scrivere in un'altra lingua, ma mi sono limitata a piangere tantissimo e a farmi coccolare dalle hostess inglesi.


C'è questo senso di sopravvivenza, questa conservazione della specie; sono cose che mi impediscono di scomparire per sempre e mi tengono inchiodata ed inconcludente qui, a tendere una mano nel vuoto sapendo benissimo che non ci sarà nessuno, che ce la dovrò fare da sola e che nessuna ragazza profumata e con le mani delicate mi asciugherà le lacrime dicendo che manca poco.


Insomma, molti mi domandano perché mi sono scelta lo pseudonimo di Sever, per il cognome.
La risposta è che scindersi è l'unico modo per sopravvivere, anche se poi la gente ti reputa pazza.


"the only way you survive is on your knees"