martedì 16 ottobre 2012

Ottobre

Mi sono svegliata con il ricordo di due persone nude che parlano all'interno di una macchina.
Un susseguirsi di scene piuttosto casuale.
Guardo decisamente troppi film.

Questo ottobre è folle, è pieno di cambiamenti, pieno di vita.
Il mio mese preferito, il mese che mi ispira, il mese che mi rende più piacevole, che mi apre più porte e mi offre più possibilità di passare un inverno al sicuro.

Vado d'accordo con me stessa, accetto più cose, sono tranquilla. Supero lo stress senza effetti collaterali, lavoro molto e soprattutto creo!
Sono più ferma con la musica, ma ho sempre più consapevolezza della scrittura, di come mi piace gestirla e le interviste mi stanno aiutando molto. Perché così ho un contatto diretto con chi legge i miei pensieri, ma allo stesso tempo ho anche un'interazione che scrivendo una storia potrei non avere.
Forse il giudizio mi ha sempre spaventato, nel senso letterario.

Così invece mi metto in gioco con eccitazione, più o meno la stessa cosa che si sente trenta minuti prima di un appuntamento, saltando la cena ed esprimendosi con risatine nervose  verso tutto quello che capita sotto gli occhi.

Sono in arrivo tre cose, ognuna delle quali per tre riviste diverse ed è per me meraviglioso, perché vuol dire mantenere il mio stile, plasmando però i concetti per sposarmi con il carattere del magazine. Questo vuol dire soddisfare la mia indole volubile, mostrare di me più sfaccettature, in poche parole significa non annoiarsi.
Non ho alcuna pretesa se non quella di divertirmi e di dare a chi intervisto la possibilità di esprimersi al meglio, mi piace valorizzare le persone che stimo, dio solo sa quanto mi piaccia.
Le persone famose, per ringraziare, firmano autografi, io, nel mio piccolo faccio interviste.

Mi dispiace un po' che solo uno dei miei amici abbia apprezzato i miei sforzi, ma è anche la persona coinvolta a livello professionale nel mio processo creativo, non fa testo, è anche nei suoi interessi, in maniera più pura, ma comunque c'è un profitto di mezzo.
I miei amici probabilmente non hanno letto mezza parola di quello che ho pubblicato finora.
Vedono le foto, leggono il mio nome e non hanno la più pallida idea delle domande che pongo agli artisti.
Forse non sono abbastanza coinvolti nella fotografia? Ad alcuni effettivamente nemmeno importa delle mie di foto, non si accorgerebbero di me nemmeno se mi vedessero in un 6x3 in piazza del Duomo di Milano.
Semplicemente perché sono mondi diversi.

Lo capisco, non pretendo, ho solo bisogno di sostegno, di qualcuno che mi dica "cazzo, bel lavoro, brava, continua così, sono fiero di te", ma è una cosa mia e non è colpa di nessuno.
Sono sicura di quello che sto facendo, sono sicura di me, è solo un po' triste che mi arrivi gente che nemmeno conosco per dire "brava".

Lamentele a parte, che sono forse cause di una negligenza da parte dei miei genitori nella mia più tenera età (scherzo), sono felice. Sono giorni fruttuosi, impegnativi e le ore passano in modo proficuo, non solo a livello mio professionale, ma soprattutto quello emotivo.


E sono felice di aver trovato una macchina in cui conversare la notte scorsa, di aver conosciuto qualcuno che abbia voglia di ascoltarmi, che mi trovi strana ma allo stesso tempo interessante.
Siamo diversi, tutti, siamo come dei pianeti ognuno sulla propria orbita da percorrere, ma ogni tanto ci allineiamo e succedono dei cataclismi più o meno piacevoli.





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