venerdì 28 settembre 2012

Cose che contano

Mai come in questi giorni ho avuto difficoltà ad addormentarmi.
Eppure sono stanca, non solo, sono proprio assonnata. Se prima non volevo dormire e godevo nel vedere sorgere il sole, chiudendo gli occhi piano piano, adesso voglio solo dormire. Ne ho bisogno.

Ma pace.
Rimugino sull'andamento precario della mia vita proprio nel momento in cui la mia testa tocca il cuscino. Ma non ne ho voglia. Ah, vi giuro non ne ho voglia.
Quante volte avrò scritto di essere stanca? Sono stanca. 
Ho così bisogno di cose autentiche.

Ieri è entrato in scena Iggy Pop, in piazza della Repubblica, cazzo, in piazza della Repubblica a Firenze. Uno sfracello di gente, inutile per lo più, come ogni italiano che si vuol far riconoscere quando è gratis si fa macello, eh?
Insomma è partito con Raw Power e io ho cominciato a piangere e mentre cercavo di sopravvivere all'incredibile ed INUTILE pogo, pensavo a tutte le volte che ho ascoltato le sue grezzate nel cuore della notte, a quelle volte che l'ho fissato a testa in giù mentre mi guardava in quella posa improponibile sul poster di camera mia.
Provavo con tutte le mie forze a resistere alle gomitate nella schiena per vedere almeno il colore della sua pelle, per prendere coscienza della sua esistenza. Un idolo della mia adolescenza, una persona che mi ha salvato con quattro parole messe in croce, nell'ordine giusto come ogni persona autentica che si rispetti sa fare, era lì cazzo era lì!!! Era lì e cantava e la sua voce mi giungeva rauca e sensuale ed energica attraverso l'aria, la pioggia, le voci, il sudore di un'infinità di persone che forse erano lì con me per lo stesso motivo.

Ma le lacrime sono durate poco, avevo da pensare alla mia di pelle, non volevo andare oltre qualche livido. Mi sono trovata con un'unghia staccata dal dito, tipo... rovesciata sapete. Non ho nemmeno sentito dolore, ero solo contenta.
Qualcuno si lamentava dell'acustica, sì ok faceva cagare, le luci pure erano da sagra della salsiccia, però Iggy era lì e non gliene fregava un cazzo, pensava a divertirsi.

E' stata una cosa autentica. Mi sono portata il sorriso stampato in faccia per ore.


Sapete, vorrei anche un amore autentico. Ma non lo trovo. 
Qualche amica mi deve aver detto che cercare è inutile e che le cose si presentano quando meno te lo aspetti. 

Cazzate. Io so cosa voglio e lo voglio adesso. E se non potrò averlo mettendo le mani tra le cose tra le cui sto cercando adesso, vuol dire che terrò duro e andrò avanti.
Non voglio arrivare dopo. Avete presente quando tutto sembra più importante di voi? Non è questione di ego, è una delusione, semplicemente una delusione.

Com'è che diceva? Bisogna andare avanti come dei treni (come se ci fosse fretta)... questo significa forse schiacciare anche tutte le cose autentiche nella vita? Non lo so.

Perdonate la confusione, ho sonno, ma ho paura di mettermi a letto, non voglio sapere cosa mi aspetta domani, non voglio pensare e ho bevuto troppo per fumare ancora (anche se inesorabilmente lo farò).
E vi dirò di più, qualsiasi canzone di Iggy è perfetta per rappresentare questo momento di solitudine forzata, di delusione, di aspettativa, di tristezza, di eccitazione. Ascolto i pezzi, testo dopo testo, e mi rispecchio qualsiasi cosa lui dica, soprattutto quando porge accento su shit e i don't mind. 

Non godevo, nella mia agonia, così tanto dal concerto dei Nine Inch Nails, quando Trent urlava "I feel 1000000 miles away" e io pensavo "cazzo, anche io, anche in sta merda di Milano, questo gruppo mi fa sentire altrove".

Vi propongo i pezzi per me significativi di stanotte e se vi sentite soli, se i vostri amici sono a sbroccare in disco e voi vorreste solo passare una piacevole serata con chi amate, potete capirmi.






1 commento: