venerdì 17 agosto 2012

Mutande e sigarette

Ogni numero imprecisato di mesi si manifesta, per lo più sul mio viso, quella cosa chiamata dermatite atopica.
Che nome bizzarro per degli sfoghi cutanei. Quello sono.
Ma negli anni ho scoperto che i medici usano il termine atopica per dirti in modo gentile che per te non c'è speranza in quei giorni e ti illuderanno che una crema che ti durerà massimo tre giorni e costerà non meno di venti euro possa alleviare le tue pene (Beavis: "eheh, ha detto pene, eheh").

Vabbè, c'è chi soffre di diabete, quella è più difficile da prendere in confidenza, conviverci nei primi anni è dura.
Io ho solo il viso che va a fuoco, poi passa e torno ad essere una persona normale per la gran parte del tempo.

Oltre al famigerato stress, che secondo i medici è sempre la causa principale di ogni male, sono intollerante a mille cose. Non posso mangiare le pesche, non devo esagerare con le fragole, non devo nemmeno guardare le ciliegie, devo mangiare le uova saltuariamente, se la farina sfiora le mie labbra si irritano subito, la mela mi fa male allo stomaco e mi fa leggermente stringere la gola.... 

Che ansia!
Io vengo da quella città che un tempo era chiamata Alma-Ata, che in kazako significa "padre (o nonno) delle mele". Abbiamo le mele più buone del mondo e anche se la maggior parte dei kazaki mi stanno sul cazzo, ci sanno fare.
E non posso mangiare il frutto della mia città.
Un po' come gli psicologi che hanno i figli schizzati, o le insegnanti con il secondogenito con una pagella disastrosa.

Con la dermatite le cose da evitare aumentano, almeno per i giorni di picco. Anche se non sono certi prodotti a svilupparne l'aggravamento, saranno lo stesso da escludere dalla mia alimentazione.

La dermatite, ebbene sì, è causata dallo stress e ho notato che ogni volta che non riesco a gestire bene le emozioni, queste è come se si riversassero sulla mia pelle. Perché non ci sono più lacrime, perché far uscire il sangue dalle vene non è naturale.
Ma è passabile se sto lottando per un amore. Sempre meglio che soffocare per via di una ciliegia.

Poi, una cosa che non mi ha detto il dottore, sono intollerante alle persone, a certe persone.
Nelle ultime settimane, se non in questi mesi, MI AVETE SCASSATO IL CAZZO.

Quindi. Io vado a spendere altri soldi in creme ed antibiotici e a ripensare al mio grave errore di essermi di nuovo fidata, come una cretina. 

E quando la mia pelle tornerà a essere bianca e perfettamente liscia, per il vostro cervello non ci sarà più niente da fare.


Ma bando alle ciance. 
La cura migliore per questi sfoghi concreti di rabbia e preoccupazione sono le sigarette. Posso fumarne tantissime senza che mi diano alcun fastidio, alla faccia delle pesche.
E poi è ancora estate, è ancora fottutamente estate, quindi non posso che starmene sdraiata sul pavimento, in mutande, fumando di tanto in tanto.
O posso guardare le gambe di Erika che mi svolazza a destra e a sinistra in cerca di una pace interiore che forse pensa di trovare negli oggetti che lei ha creato e che la circondano.
O posso canticchiare sulle improvvisazioni di questo ragazzo coi riccioli foltissimi e dita veloci su una chitarra rimasta un po' troppo a lungo al sole.
C'è dell'erba qui o me la sono sognata, non so più se rido per quello o per via di fumetti porno letti a voce alta, imponente e dantesca. Nemmeno mi ricordo il nome di questo omero improvvisato.
Posso dimenticare i problemi per una notte senza rifugiarmi nelle persone, ma facendomi circondare da loro, senza dimenticare chi sono, cosa amo e perché ho preso determinate decisioni.

Quindi fatela finita con le vostre cagate su twitter, su facebook, per mail, per telefono. Mi lasciate in pace cristo santo? Non voglio stare sulla barca con voi, a forza di bisticciare fareste affogare tutti e sareste capaci di dare la colpa a me.

Voglio ancora sentire l'odore dei fiori senza la necessità di fotografarli per farli vedere a chi pesa il culo per uscire.

Fanculo.



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