mercoledì 27 giugno 2012

In apnea



Mi sono sempre domandata come fosse posare sott'acqua, ho sempre guardato foto con queste modelle fluttuanti e oniriche, belle da morire e completamente a loro agio.
Così mi sono illusa che fosse facile. Idiota.
Ho provato ieri e per poco non morivo (rido, rido).
Allora. Un paio di respiri belli grandi, quello decisivo deve essere ampio, ma prima di immergerti devi rilasciare metà della tua aria, sennò non vai giù, torni a galla subito. Insomma vai giù e ovviamente non puoi tenere il naso tappato se non vuoi sembrare una scrofa galleggiante, quindi vai sicura che ti arriverà l'acqua anche nel cervello. Insomma in qualche modo sei giù, i veli ti si stanno attorcigliando intorno al corpo impedendoti ogni movimento naturale, i capelli ti vanno in faccia quindi cominci a panicare oltre che a non riuscire a spostarli velocemente. In qualche modo ce l'hai fatta e ora devi posare come una fottuta sirenetta, come se l'aria non fosse già andata a puttane e come se la superficie non ti risucchiasse verso l'alto. 


Un disastro.


Ho provato più volte, ma insomma, mi sentivo tipo balena.
Stamattina invece mi sono detta dai, prova a non pensare a tutte queste cazzate di contorno, posa e basta e cerca di stare il più profondamente possibile più a lungo che puoi. Fanculo i capelli, i veli, l'acqua nel naso e il fatto che tendi a galleggiare. Trova il modo, per una volta che non devi posare come se fosse Hitler stesso a darti ordini. Puoi fare quello che vuoi, muoverti, pensare di essere una scimmia spaziale o una ninfa alle prime armi. Nuota lentamente sott'acqua se non riesci a posare da ferma, fai qualcosa con le mani, tendi i piedini, rilassa il viso. 


Ce l'ho fatta.
E per me significa molto. Suona stupido, ma tu forse non hai idea di quanto sia difficile. 
Significa molto per me come modella, come successo professionale, un reale incremento del portfolio. Ma soprattutto mi ha fatto raggiungere un nuovo grado di femminilità, perché quando sei lì sotto e non puoi respirare e l'unica preoccupazione è quella di non affogare, non hai modo di pensare troppo a come essere bella, quindi se poi guardandoti in foto ti trovi comunque graziosa, vuol dire che hai qualcosa di vero e di diverso rispetto alle bambole alle prese col perfetto make-up.


Ce l'ho fatta.
Non ho potuto costruire niente, né calcolarlo in alcun modo, non ho potuto fare le pose che esaltano il mio lato migliore, non ho potuto inclinare il viso perché facesse sembrare le mie espressioni più intense. Ho solo potuto affidarmi alla mia intimità, quella senza limiti, quella che viene fuori durante gli orgasmi, quella che nessun uomo capirà mai ma continuerà ad apprezzare in me in qualche modo.


Questo significa che in alcuni angoli nascosti, nelle ombre che mi inseguono, tra infinite immagini di una bellezza innaturale da fare male, c'è ancora una parte non contaminata della fotografia. E' quella per cui ho cominciato a posare, quando ci siamo io, il fotografo e la luce. 
Testa su, testa giù, via la mano, via il sorriso, gomito aperto, spalle aperte, collo tirato, espressione naturale, schiena inarcata, gambe tese........ Ma vaffanculo, o dimmi queste cose sott'acqua e vediamo che fotografo sei.



2 commenti:

  1. Sai che proprio ultimamente ci pensavo tantissimo alle foto sott'acqua? Pensavo che mi piacerebbe da morire provare, adesso voglio troppo vedere questi tuoi scatti...sicuramente mi piacerai come al solito, just saying. :3

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  2. :) voglio vederle anche io, ma finché non me le mandano tocca aspettare

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