martedì 19 giugno 2012

Ansia

E' di nuovo estate.
Io già non ne posso più, ma non è per il caldo, è per il modo sterile in cui questa stagione scandisce il tempo.
Certo che ho bei ricordi di giornate spese al sole, ma sono decisamente più fortunata in Autunno e in Autunno piaccio di più. Soprattutto piaccio di più a me stessa.


Però il mio alberello in giardino continua a sputare albicocche, sempre più morbide e zucherine, sempre più vivide. 
Le albicocche mi mettono pace, perché non cambiano mai, anno dopo anno sono lì. Stesso sapore, stesso colore, stesse sensazioni tra le mani. Penserai che dopotutto tutti i frutti possono dare quella sicurezza nel tempo, ma non è vero, ognuno ha il suo. Non serve mangiarlo, è sufficiente sentirne l'odore.


Ed è mangiando un'albicocca che ho scoperto che non ho bisogno che le cose intorno a me cambino, ho bisogno di un'intima e profonda evoluzione personale.
Se cambio io, cambia il mondo che mi circonda, almeno a sprazzi. 
Oggi persino le albicocche più mature non hanno del tutto assorbito la mia ansia.


Ho pensato che oggi mi piacerebbe addormentarmi con almeno una sicurezza nella mia vita. Ma non so niente! E non ho la più pallida idea di che fine farò, o di che fine esattamente voglio fare. So solo chi è mia madre e cos'ha fatto per me, so chi è mio padre e oggi non so per quale motivo ne ho sentito l'odore su una mia maglia.
Davvero sono composta di loro due? Ma allora sono una fotocopia della fotocopia della fotocopia, fino a risalire al mio primissimo antenato!
Non ho un sangue proprio, né un colore della pelle unico, qualche peculiarità fisica che non fosse derivata dall'unione tra i miei genitori.


Allora cosa sono io?
Cosa sono io ai miei occhi? Come posso affermarmi come individuo e quindi bramare la felicità se non sono che una proiezione tangibile di mia madre e di mio padre?
Ma sai cosa penso anche? Che dopotutto si sono amati e l'amore è talmente imprevedibile e sempre diverso, che sicuramente in me esisterà qualcosa di unico che nemmeno la Natura ha saputo prevedere.


Se non vivo la mia vita con Amore allora, non dovrei vivere affatto, perché sarei solo uno spermatozoo particolarmente fortunato.
Devo avere rispetto di me, stima di me, perché ci deve essere qualcosa di irriproducibile in me. C'è un posto anche per me in questo Universo, devo solo capire definitivamente quale sia il mio compito e dopo portarlo avanti con orgoglio.






Nina e il Romanticismo.
Mi piacerebbe un giorno spiegare quel movimento in questo modo ai miei figli.
A scuola ridicolizzano i Romantici con questa frase: "Credevano che ogni individuo fosse unico ed irripetibile". Poveri scemi eh.



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